Scaroni: 3,6 miliardi di danni, condannato a tre anni, ma con 6,4 milioni di buona uscita
di Enrico Carotenuto
Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza del tribunale di Rovigo sul processo “Enel-bis”, che vedeva imputati i due ex AD di Enel, Franco Tatò, ed appunto, Paolo Scaroni, il quale, a detta dei giudici, “agì al fine di incrementare gli utili d’impresa a discapito della sicurezza e della salute dei cittadini“, e dimostra una “non indifferente capacità a delinquere“.
Entrambi gli imputati sono stati condannati a 3 anni di reclusione (solo?) per disastro ambientale causato dalle emissioni inquinanti della centrale termoelettrica di Porto Tolle tra il 1998 e il 2009.
Emissioni extra inquinanti dovute alla volontà dei due manager di produrre a basso costo. Si, peccato che per farlo da una parte non hanno mai avviato gli interventi di desolfurazione degli impianti (che l’Enel avrebbe dovuto avviare nel 1994), e dall’altra hanno bruciato combustibili di qualità inferiori, ad alto contenuto di zolfo.
I danni stimati alla salute dei cittadini e del territorio, ammontano alla modica cifra di 3,6 miliardi di Euro. Soldi che, qualora la causa civile intentata contro l’Enel andasse in porto (visti i precedenti dell’italica giustizia, ci sono fortissimi dubbi), dovrebbero essere pagati dalla società. Un bel regalino lasciato da questo sedicente manager, che per quanto bene aveva fatto in Enel, è stato poi messo a capo di Eni, e liquidato pochi mesi fa, grazie al rimpasto dovuto al cambio di governo, con “soli” 6 milioni e 400 mila Euro.
A questi vanno aggiunti quelli che secondo Italia Oggi furono 9.184.700 di buona uscita da Enel nel 2005. Totale, 15 milioni e mezzo sono in buone uscite. Ovviamente pagati dallo stato.
Gli imputati dovranno rimborsare 400 mila euro di risarcimenti ai soggetti costituiti in giudizio (ministeri dell’Ambiente e della Salute, associazioni, comuni di Porto Tolle e Rosolina, Provincia di Rovigo…), ma che volete che siano, per chi dispone di buone uscite milionarie, e chissà cos’altro…
Resta comunque il fatto che nessuno può realmente ripagare i cittadini della salute che hanno perso, come nessuno può riportare indietro le persone che magari sono decedute in seguito a malattie dovute a questo inquinamento. Senza contare i danni ambientali. Quelli, magari, potrebbero essere riparati, in un paese civile. Qui?
Per ulteriori approfondimenti e per leggere le 113 pagine delle motivazioni, clicca qui