Renzi a Davos: Shish 2, la vendetta.
di Enrico Carotenuto
Non pago di essere stato preso in giro dall’intero globo terracqueo per il suo sfoggio di un atroce inglese maccheronico e semi inventato in sede Europea, ecco che il nostro prode Presidente del Consiglio ha nuovamente dato bella mostra della sua scarsa dimestichezza con l’inglese con il suo intervento al World Economic Forum di Davos, lo scorso 21 gennaio.
Ringraziamo l’enorme pazienza di chi ha dovuto ricostruire e trarre un significato dalla grammatica ad hoc e dalla “cristallina” pronuncia dell’ineffabile premier, per scrivere dei sottotitoli sensati. Senza questi eroi non avremmo potuto capire che Renzi è andato a Davos semplicemente per dire quanto è bello e bravo lui e quante cose sta cambiando in questo paese, a tempo di record. Forse qualcuno avrebbe dovuto ricordargli che a Davos non ci vanno gli elettori del PD, ma “esperti” di economia. Però una cosa in fondo l’ha detta, che può essere parafrasata così: “La prego Prof. Draghi, so bene che lei di quello che dico, se ne può infischiare altamente, ma ci dia qualche spicciolo in più, che qui, se continuano a votare me, l’Europa che vuole Lei la facciamo più in fretta!“
Ecco qui il live in Davos del cantante più famoso d’Italia
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