Arriva Renzi, il papetto nero del PD
di Fausto Carotenuto
Erano comunisti… e senza accorgersene stanno diventando democristiani.
Questo il destino dei tanti militanti che sono cresciuti cantando Bandiera Rossa, che hanno creduto nel collettivismo, e che hanno cotto milioni di piadine e salsicce alle feste dell’Unità: non cantano più… non credono più nel collettivismo, continuano a cuocere piadine e salsicce, ma lo fanno agli ordini di preti e massoni…
Chi glielo avrebbe mai detto che sarebbero finiti così… Hanno cambiato chiesa e senza saperlo sono passati agli ordini dei loro vecchi nemici.
Dalle loro fila viene anche il Presidente della Repubblica, e vorrebbero andarne fieri, ma certo non si comporta come un “compagno”… sembra piuttosto il difensore degli interessi mondialisti, industrialisti e finanziari… Ma non era comunista? In effetti a pensarci bene non si comportava da compagno nemmeno prima… E non si è mai capito perché non lo sbattessero fuori dal partito…
E ora nel PD improvvisamente sale la stella cometa di uno che si chiama Matteo Renzi…, e le ingenue masse piddine vengono indotte a sperare che questo ragazzo che viene presentato come il salvatore della patria sia rivoluzionario come le camicie che porta.
Non sanno che Matteo Renzi è il prodotto accurato di una selezione fatta dagli ambienti gesuito-massonici per guidare il partito unico del centrosinistra ultimandone la decomunistizzazione. Nato in una famiglia democristiana, laureato con una tesi sul sindaco cattolico La Pira, diventato consigliere comunale democristiano e soprattutto cresciuto da boyscout… Da lupetto a dirigente. In un ambiente, come quello dell’AGESCI, dove imperano i gesuiti.
Presidente di Provincia, poi sindaco di Firenze, con una carriera misteriosamente rapida, tutta fondata sull’immagine del rinnovatore, ma che poi non rinnovava nulla di sostanziale. Il suo lavoro vero era soprattutto quello di buttare a mare gli esponenti dell’ex partito comunista sostituendoli con fedeli del circuito gesuita-massonico. Fino a poco tempo fa certamente trovava ancora molte resistenze nei “baroni” del partito.
Ma ora, dopo il colpo di mano in Vaticano e l’ascesa al trono di Roma del gesuita Bergoglio, come per miracolo le strade renziane si spianano. E l’unto del signore parla a folle esultanti e magicamente convenute… Scende in campo per dirigere il partito e il paese. E una torma di dirigenti piddini ed anche excomunisti, entra di corsa a far parte delle schiere renziane: Fassino, Veltroni, Bettini, Franceschini, Serracchiani, ecc.. In poche settimane quella che era una minoranza sta diventando un’onda travolgente di opportunisti.
Il suo programma? Industrialista, retrivo, vicino alla finanza, al potere, agli americani…
Ma ormai la parola d’ordine è partita: Arriva Renzi!
Una fresca ventata di vecchio per intrappolare i resti della sinistra e trasformarli in un partito fintamente democratico all’americana, ancora più dominato di ora dalle lobbies, dai massoni e dai gesuiti.
Non era granchè questo PD, ma ora rischia di diventare ancora peggio. Da tangentopoli in poi il lavoro ai fianchi, gli scandali, le infiltrazioni e le manovre hanno trasformato quello che era un partito comunista in un partito delle lobbies dominato da poteri oscuri.
Noi non siamo comunisti, ma non ci piacciono gli imbrogli alle spalle della gente…
Il Paese merita ben altre rappresentanze politiche. Rappresentanze soprattutto del grande fermento di coscienze in corso.
Non facciamoci imbrogliare dall’immagine dei nuovi gattopardi proposti dalla grancassa dei media, e continuiamo a lavorare nei territori e intorno a noi per il risveglio della società.
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