PETIZIONE: CHIUDERE IL SAN LORENZO E’ MALASANITA’, OLTRE CHE UN ATTACCO ALLA SANITA’ PUBBLICA
Redazione
La giunta regionale piemontese vuole chiudere uno degli ospedali con maggiori prospettive di sviluppo dell’intera regione Piemonte: il San Lorenzo di Carmagnola. La scelta della Regione si basa su numeri falsi e sull’inquinamento dei dati per cercare di privilegiare scelte di parte (e partitiche), anche a costo della loro onerosità. Questa scelta pone di fatto il San Lorenzo sul mercato della salute, a tutto vantaggio del settore privato.
Un ospedale gioiello per le sue strutture, con sale operatorie all’avanguardia, con spazi e possibilità architettoniche per l’investimento in tecnologie, rispondente a tutti i requisiti e le norme, sia dal punto di vista tecnico che di umanizzazione, viene spogliato delle sue potenzialità per una riconversione che non ha niente a che vedere con scelte di tutela della salute del territorio. Un’eccellenza gettata alle ortiche! E’ una scelta contro ogni logica di buon governo.
Difendere il San Lorenzo non è una scelta campanilistica, ma un atto di consapevolezza civica per evitare maggiori sprechi ed il costante ricorso a dispendiose e continue ristrutturazioni e manutenzioni, come impongono, invece, gli altri ospedali della stessa ASL (e lo dicono i periti e gli esperti in materia!). Quello che sta avvenendo è una vera e scientifica opera di sciacallaggio, mascherata dall’alibi della crisi economica: si comincerà dal settore della tutela materna infantile (nido, ostetricia, pediatria), per passare poi alla ginecologia, alla medicina e chirurgia (già furbescamente ridimensionati in parte con la scusa del periodo estivo), per finire poi al ridimensionamento finale del Pronto Soccorso; il tutto seguendo tempi da metronomo in modo che la popolazione perda nel tempo la voglia e le energie per ribellarsi, illudendola sapientemente con menzogne demagogiche e spergiuri sul futuri. Si tratterà solo di qualche anno, se va bene.
Quello che sta avvenendo con l’Ospedale San Lorenzo di Carmagnola è un paradigma dell’intero percorso che si vorrebbe applicare a tutta la sanità italiana. Qualcuno ha il coraggio di dire che quanto sta succedendo nella sanità piemontese è un modello e un esempio virtuoso in campo sanitario. Parole rivolte non ai cittadini, ma con compiacenza agli investitori privati che stanno piazzando le loro pedine nei settori di consulenza dell’assessorato alla sanità. .Per questo motivo il nostro appello a firmare la petizione è rivolto no solo ai carmagnolesi, ai piemontesi, ma a tutti i cittadini italiani: questo modello non può assolutamente essere esportato e non è esportabile! Tutti devono sapere che si regge sul peccato originale delle menzogne e dei numeri taroccati e procrastinati ad arte nelle varie letture e documenti.
Più che un modello è un vero e proprio attentato ad uno dei diritti fondamentali dell’uomo: quello della salute. Infine, bisogna tristemente annotare che la scelta che si sta perseguendo è un’offesa nei confronti di tutti coloro che in passato hanno costruito le condizioni per una dignitosa sanità locale e che adesso, oltre che scippati, vedono umiliati i loro sforzi e i loro sacrifici spesi per le generazioni successive. Oltre che a incapacità gestionale e previsionale, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio atto di cinismo e di furto di patrimonio pubblico.
UN CASO EMBLEMATICO CHE HA BISOGNO DEL SOSTEGNO DI TUTTI!
Firma, fai firmare, divulga, sostieni, condividi…
Può interessarti anche: