NO FLY ZONE: il solito imbroglio
di Fausto Carotenuto
No Fly Zone. Ricordiamoci questo termine. La Clinton ad Ankara ieri ha cominciato a parlare di questa possibilità per la Siria. Cosa significa?
Significa che si potrebbe imporre un dictat alla Siria di non far volare i propri aerei militari. In pratica significa determinare più facilmente la sconfitta di Assad e dare un enorme aiuto ai ribelli islamici estremisti. Perché?
La forza del regime di Assad sono i carri armati, che privi di copertura aerea sono debolissimi. Mentre i ribelli sono dotati sicuramente di armi leggere anticarro fornite da occidentali e sauditi, ma non di sufficienti armi antiaeree. I ribelli ora hanno difficoltà a mantenere le posizioni che conquistano, perchè interviene a sloggiarli efficacemente l’aviazione del regime. Con l’interdizione al volo, potrebbero più tranquillamente conquistare pezzi di territorio, mantenerli ed espanderli.
E poi, soprattutto, la no fly zone dovrebbe essere imposta da voli continui “di controllo” di aerei militari del superstato militare occidentale. Che comincerebbe a fare rapidamente quello che ha già fatto in Libia: invece di controllare solamente comincerebbe a bombardare duramente le forze di Assad, determinando la vittoria dei ribelli. E producendo migliaia di morti innocenti fra la popolazione come “inevitabili danni collaterali”.
Se sentiamo NO FLY ZONE, non facciamoci imbrogliare. Non serve per portare la pace, ma per intervenire in guerra e far vincere gli estremisti islamici.
Ma una volta la pace non la portavano le colombe?
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