Mariangela Gualtieri – La parola che ha dentro una vertigine
di Paola Lo Sciuto
“La poesia è sempre stata scrittura e la scrittura chiama il sacro in qualche modo. Ungaretti diceva il poeta deve farsi sacerdote, deve fare il sacro, e il sacro è questa parola che ha dentro una vertigine, una parola che ti fa intuire, intravedere qualcosa d’immenso che ti riguarda profondamente e di cui la ragione non sa nulla, puoi arrivare a percepire questo immenso, questo tremendo, questo meraviglioso, solo intuendolo e la poesia è perfetta per fare questo.”
Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri, è una poetessa straordinaria, smisurato è il suo sentire. Commovente se si apre il cuore alle sue parole che diventano forma fecondatrice nella nostra anima. Fondatrice nel 1983, del “teatro Valdoca”, ha creato insieme al regista Cesare Ronconi, un teatro di poesia, di parole e azioni performative, le cui immagini spesso si frantumano al suono, alla potenza del verbo che rimane sospeso nell’aria immortale, e che ti cambia ad ogni emissione vocale.
Sono parole poetiche pronunciate da lei o dai bravissimi performer e attori che fanno parte della compagnia. “Ho visto parole, che si formavano dentro di me e mi cambiavano ad ogni respiro”, questo è il pensiero che ho avuto quando per la prima volta, tanti anni fa sono andata a vedere un loro spettacolo, non riuscivo a fermare la commozione per la semplicità disarmante e l’irruenza emotiva che mi travolgeva come un’onda sospesa d’oceano intatta, prima d’infrangersi su di me. Le parole di Mariangela Gualtieri sono ispirate come un dono disarmante e immenso, le sue descrizioni poetiche sono piene di uno sguardo profondo, così vicino alle cose della vita, alla nostra quotidianità e alla verità più intima. Il suo testo poetico è una preghiera reale, un ringraziare di continuo lo stupore per aver sentito, provato dentro di sé il sacro che trabocca dal paesaggio alla semplicità di un gesto umano. La sua opera fatta di parole, ci eleva nel riconoscimento della bellezza in ogni cosa. Mariangela sembra sentire senza la pelle che protegge, sofferente a volte come chi si sente in basso, schiacciato dalla propria condizione, ma sa andare dritto dentro le cose: i sentimenti e le emozioni. É un’anima che sente e che grida ringraziamento. Il suo sentire, senza ridondanza, piena di umiltà e con gli occhi pieni di gratitudine fa gioire e risuonare la coscienza di ognuno di noi.
I suoi libri sono pubblicati da Einaudi, e si trovano facilmente sulla rete.
Ecco alcuni video di riferimento:
la poesia chiama il sacro
quanta nostalgia averemo dell’umano
ringraziamento
paesaggio con fratello rotto