Ma sì, torna a casa… proprio non ci mancherai
di Fausto Carotenuto
Ecco, si è dimesso: Napolitano da oggi non sarà più Presidente della Repubblica.
Il coro degli apologeti si è lanciato in un rapidissimo e fragoroso coro santificatorio, sparso ovunque dai media. Come se Napolitano fosse un gigante della Storia italiana, un salvatore della Patria, un eroe civile.
Per noi proprio non è andata così… tutt’altro.
Ed ora dovremmo sentirci sollevati, visto quello che ha combinato in tutti questi anni, ma non ci riusciamo, perché il prossimo Presidente certamente non si comporterà meglio di lui. Come lui non si è comportato meglio del suo predecessore.
Gli attuali equilibri politici sono completamente dominati dal gruppo gesuita-massonico, che è europeista mondialista. Che usa la grande finanza, governi e servizi segreti, per manovrare crisi terroristiche, militari e finanziarie – artificiosamente create – per spingerci verso un regime di maggiore controllo, di riduzione delle nostre libertà. Per giungere alla formazione accelerata di superstati continentali orwelliani come presupposto al Superstato Mondiale. Del tutto fuori dal controllo della gente comune e completamente nelle mani di ristretti ed oscuri gruppi di manipolazione.
Dopo la morte di Moro, ucciso proprio per togliere gli ultimi ostacoli, l’Italia è scivolata rapidamente nelle mani dei mondialisti, ed ogni crisi successiva, come tangentopoli o la crisi economica più recente, sono sempre state utilizzate per toglierci libertà, impoverirci, spaventarci e spingerci nelle braccia del superstato europeo.
E dove era Napolitano durante il cruciale rapimento Moro? In viaggio negli Stati Uniti, primo dirigente del PCI accolto con tutti gli onori dalle autorità di Washington. Proprio quelle autorità americane che tanto si diedero da fare per minacciare Moro e mettere a disposizione i loro piduisti italiani per l’organizzazione e la copertura del rapimento e dell’assassinio.
E cosa ha fatto per anni Napolitano per scavare da dentro l’ex PCI con la sua corrente migliorista, avviando quel processo che poi con Tangentopoli, Veltroni e l’ingresso della ex sinistra democristiana, ha portato l’ex Pci a diventare PD, un partito completamente nelle mani di cattolici manovrati dai gesuiti?
E cosa ha fatto Napolitano garantendo la partecipazione italiana a tutte le missioni interventiste internazionali, e blindando i governi Monti e Letta e poi quello Renzi: passi successivi dello sfruttamento della artificiosa crisi economica per metterci sempre di più nelle braccia della BCE e del Superstato Europeo?
Napolitano è stato il garante, il notaio, il forzatore in certi casi… della riuscita di manovre internazionali per la riduzione della nostra sovranità in favore di Bruxelles. Lo ha fatto con efficacia e con un tono retorico, non simpatico, pieno di supponenza, come se veramente fosse il salvatore della patria.
Certo di queste imprese non lo ringrazieremo. Lo ringraziamo comunque per averci fatto vedere con chiarezza una certa modalità del potere che vuole dominarci.
Ciampi aveva fatto lo stesso, con diverso stile – più sornione e sorridente – ma di grande efficacia nel metterci egualmente nelle mani del Superstato. Ed è chiaro che il prossimo Presidente farà lo stesso. Funzionari di un impero che noi non abbiamo mai eletto, e che non ci rappresenta, ma vuole schiavizzarci.
Dopo la morte di Moro, abbiamo sempre di più avuto governanti e presidenti la cui principale fonte di ispirazione non era il bene del loro Paese e dei cittadini italiani, ma gli interessi dei poteri che ne avevano favorito carriera e nomina. Presidenti, governanti e parlamentari progressivamente sradicati dai territori e dal rapporto con il loro elettorato – in certi casi positivo in altri perverso – perché dipendessero da altri poteri e non da noi. E sempre più legati alle grandi lobbies massoniche, imperialiste anglosassoni, vaticane…
Gli equilibri politici parlamentari, con una maggioranza di ispirazione gesuita-massonica ed una inefficace opposizione vociante – ma egualmente frutto della stessa corrente oscura – assicurano questo risultato. La competizione ci sarà “forse” solo sui nomi. Su chi meglio si presterà a svolgere il compito di garante della manipolazione.
Ma non è nelle istituzioni e negli uomini del potere il futuro dell’umanità. Piuttosto nelle forze che ricaveremo anche e proprio lottando per la libertà e la crescita della coscienza nonostante gli uomini del potere.
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A breve pubblicheremo un profilo del prossimo Presidente della Repubblica.
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