Ma chi l’ha detto che per essere forti bisogna essere carnivori?
Redazione
Loredana Conti ci parla della scelta vegana
Perché vegan?
E’ stato scritto moltissimo sull’argomento.
Io sono vegana perché un bel giorno la carne mi è apparsa per ciò che è in realtà: un animale morto, nella maggior parte dei casi in modo cruento e dopo aver passato una (breve) vita in spazi angusti, sotto antibiotici, ingozzato di ogm, vessato e torturato.
E poi ho scoperto che la dieta NON carnea aiuta l’ambiente e le popolazioni più povere.
Come l’ho scoperto? Facendo un percorso conoscitivo, attraverso le informazioni “libere”, le visite personali, le chiacchiere con gli esperti.
Salto a piedi pari l’aspetto salutistico e quello scientifico.
Mi interessa poco che le popolazioni vegetariane, tipo quelle russe del Caucaso o gli Indiani del Toda e dello Yucatan, sono molto più longeve degli ultra “pescivori” esquimesi e dei carnivori occidentali.
E mi interessano ancora meno le dichiarazioni allarmistiche e terroristiche di Veronesi (che in compenso non mette le dita a croce contro il nucleare) o Dulbecco e molti altri contro l’alimentazione a base di prodotti di origine animale.
Altrettanto trovo poco interessante che personaggi di grande levatura sian stati vegetariani, tipo Aristotele, Einstein, Gandhi, mille altri. Qualcuno potrebbe giustamente oppormi che anche Hitler era vegetariano (e lo era in effetti).
Nemmeno le discussioni di ordine antropologico mi “intrigano”: l’uomo non sarebbe carnivoro a causa di dentatura inadeguata e postura non adatta a rincorrere le prede… la verità, io credo, è che in quantità equilibrate l’uomo possa mangiare di tutto. Ma in quel “può” c’è la sua libertà e la manifestazione della sua coscienza.
Mi interessano invece gli aspetti etici, ecologici ed economici: guidati da quelli filosofici che in qualche modo li racchiude tutti: Leonardo diceva che sarebbe arrivato il tempo in cui l’uccisione di un animale sarebbe stata considerata alla stessa stregua di quella di un uomo.
Einstein affermava che a farlo diventare vegetariano c’erano state ragioni etiche oltre che salutistiche: pensava che una dieta non carnea potesse incidere favorevolmente sul destino dell’umanità.
Come è possibile sfugga all’umana comprensione che un atteggiamento di compassione verso ogni essere vivente porterebbe con sé un cambiamento del paradigma umano che ci vede sempre con il coltello tra i denti nelle relazioni interpersonali? I nostri figli crescerebbero con un senso del rispetto e della devozione che oggi non hanno. E perché dimenticare, per il solo gusto di nutrirsi di carne, la sofferenza di tanti animali veramente, ma veramente innocenti?
L’aspetto etico accoglie le motivazioni ecologiche ed economiche (che sono inscindibili tra di loro, moralmente, in ogni caso. Ma di questo “chi decide” non ne sa nulla. O meglio: ne sa, ma occulta la verità a favore del suo tornaconto personale: economico e di potere): a causa degli allevamenti animali, ogni anno vengono distrutti 300 mila chilometri quadrati di foresta; questo comporta la scomparsa di moltissime, migliaia addirittura, specie animali.
Un solo chilo di carne bovina richiede l’utilizzo di 8.000 litri d’acqua (e per un chilo di grano ne son sufficienti 200! E con l’agricoltura biodinamica ancora meno).
Inquinamento insomma.
Depauperamento delle risorse.
Desertificazione.
L’industria della carne è tra le prime cause dell’inquinamento della terra, dell’acqua e dell’aria. Non solo per i concimi chimici dei foraggi e per l’acqua sprecata: anche per gli escrementi, che gli animali producono in quantità di 130 a 1 rispetto agli umani.
Inquinamento e depauperamento delle risorse vitali quindi, a scapito di noi stessi, dei nostri figli, dei nostri nipoti.
E senza alcun riguardo verso i milioni di bambini che muoiono di fame.
Perché? Ecco perché: una mucca consuma cibo quanto 12 persone. Il 70 per cento dei cereali prodotti nel mondo finiscono nella pancia degli animali da macello.
Facciamo un po’ di calcoli: dei circa 50 miliardi di animali che complessivamente uccidiamo ogni anno, 15 miliardi sono di grossa mole e vengono allevati dall’uomo. Accipicchia, serve la calcolatrice.
Ok, fatto: la dieta carnea fa consumare sostanze 10 volte superiori a quella vegetariana. Un carnivoro consuma in un mese acqua sufficiente a un vegetariano per un anno. Sul terreno di una famiglia di cacciatori potrebbero vivere 10 famiglie di pastori, 100 di contadini e 1000 di vegetariani.
Qual è il succo?
Con un regime vegetariano generalizzato si eliminerebbe la fame nel mondo.
Con la matematica non si scherza…
Sento voci levarsi contro l’eutanasia… ma non è eutanasia lasciar morire di fame un essere umano, cucciolo o adulto che sia?
Chiudo con Aivanhov, da “Hrani Yoga, il senso alchemico e magico della nutrizione”ueste parole di Aivanhov
“In apparenza, la guerra è dovuta a questioni economiche o politiche, ma di fatto è il risultato di tutto il massacro che facciamo degli animali. La legge di giustizia è implacabile e obbliga l’umanità a pagare versando tanto sangue quanto quello che gli uomini hanno fatto versare agli animali. Quanti milioni di litri di sangue sparsi sulla terra gridano vendetta verso il Cielo! L’evaporazione di quel sangue attira non solo dei microbi, ma anche miliardi di larve e di entità inferiori del mondo invisibile.
Noi uccidiamo gli animali, ma la Natura è un organismo, e uccidendo gli animali è come se toccassimo certe ghiandole di quell’organismo; a quel punto, le funzioni si modificano, e dopo qualche tempo scoppia una guerra tra gli uomini. Sì, perché si sono massacrati milioni di animali per mangiarli, senza sapere che essi erano legati a degli uomini, e quegli uomini devono quindi morire con essi. Uccidendo gli animali, si uccidono gli uomini. Tutti dicono che deve regnare la pace nel mondo, che non devono più esserci guerre… Ma la guerra durerà finché noi continueremo a uccidere gli animali, perché uccidendoli, è in noi stessi che distruggiamo qualcosa.”