La ripresa è dentro di noi. E però è sbagliata!
di Enrico Carotenuto
Tanto per citare “Quèlo”, il famoso tormentone di Corrado Guzzanti.
Monti, in un’intervista a TG Norba 24, ci illumina con una serie di dichiarazioni devianti.
Il premier sostiene che “la ripresa è dentro di noi”. Bene. Questo è verissimo. La ripresa è dentro la crescita delle coscienze di ognuno di noi: più si fa massa critica, meno spazio c’è per la manipolazione. Compresa quella economica.
Ma non illudiamoci. Monti non intendeva questo. Quello detto tra le righe di quest’intervisa dice ben altro. Per “noi” il caro premier intende il suo gruppo, non gli italiani. Monti ricorda a tutti quelli che hanno orecchie per intendere, che qui comandano lui e i suoi amichetti.
Il professorone va avanti attaccando: Il governo, secondo lui, ha fatto la sua parte, riducendo la spesa, e conosciamo bene la farsa della spending review. Si è vantato (VANTATO!) della riforma delle pensioni. Che non abbia afferrato il fatto che si lavora praticamente fino alla morte, e che ci sono centinaia di migliaia di esodati? Infine di aver riformato il mercato del lavoro, abolendo l’articolo 18. Dunque, loro hanno fatto la loro parte, più di così che volevamo?
Dove attacca? Dicendo: noi abbiamo fatto la nostra parte, adesso tocca alle parti sociali aumentare la produttività. Traduco?
I lavoratori accettino qualsiasi cosa, sennò muoiano di fame. Gli industriali si adoperino per strizzarli fino all’osso e farli inginocchiare. E se faranno i bravi, faremo degli sgravi fiscali. Per le aziende, ovviamente. I lavoratori continuino pure a pagare le tasse più alte d’Europa. Ovvio, la gente deve stare con lo sguardo in basso, a guardarsi la pancia vuota. Guai a concedere la chance di guardare in alto, a chi tiene la frusta.
Il caro professore ci dice che la luce in fondo al tunnel non si vede dai numeri, ma da altro. E da che? Ma non era un professore di economia, questo? Di che parla?
Parla di questo: Adesso siamo tra quelli che decidono le sorti dell’Europa. Sottintendendo che prima non contavamo nulla.
E qui si scopre il nostro Monti: Se un anno fa eravamo sull’orlo della bancarotta, e non contavamo nulla, come mai, praticamente in contemporanea con l’installazione di Monti, ci hanno dato in mano la BCE? E se i numeri sono peggiorati, come fa Monti ad andare a minacciare la Germania? Con quale autorità?
Chiaro?
Quello che sta dicendo il premier è: per chi ancora non avesse capito, è la piramide dei miei amici che ha preso tutto in mano in Europa. Si fa come diciamo noi. Si passa solo da noi. Regolatevi di conseguenza. Ancora più chiaro quando dice “Monti bis? Saranno altri a deciderlo”. Inutile dire che per “altri”, non si riferiva certo al parlamento italiano.
Siamo sempre di più a vederli, però. E non abbiamo paura. Stiamo costruendo un’altra cultura, con basi incomprensibili a questi signori. Stiamo andando dove loro non possono venire, e lo sanno. Per questo accorciano le redini: si aggrappano a quello che gli sta per sfuggire di mano. E più tirano, e più fanno la voce grossa, più ci abituiamo agli sbraiti. E non ci spaventiamo più. Ci sono forze dalla nostra. Ben più forti di quelle a loro disposizione. Con fiducia continuiamo a voler bene, persino a questa gente, che non sa di rovinarsi l’anima per farci da ostacolo.