Il governo va sotto 3 volte, cosa c’è sotto?
di Enrico Carotenuto
Il governo va sotto tre volte, passano 3 emendamenti della Lega e del PD durante l’esame del DL per il taglio dei costi della politica, nelle commissioni bilancio e affari della Camera. Il governo Monti scricchiola? Si, ma tranquilli, non si rompe.
Ogni tanto però fa piacere vedere che non proprio tutto tutto fila secondo le direttive del panzer-governo.
Il fatto ancora più strano è che apparentemente il governo non è andato sotto su cose che toccano direttamente i privilegi dei politici, ma su Equitalia, estinzione dei prestiti comunali e tasse dei terremotati.
Se non si conoscesse la politica italiana, si direbbe che i partiti hanno fatto il loro dovere! Nello specifico, da oggi i comuni potranno revocare ad Equitalia e consociate la riscossione dei tributi, e non dovranno pagare per l’estinzione anticipata dei debiti contratti. Ciò è positivo per i comuni, che avranno un bilancio alleggerito, quindi presumibilmente avranno qualcosina in più da spendere sul territorio, inoltre potranno riscuotere direttamente le tasse, o trovare una società più vantaggiosa di Equitalia. Ma non ne godono solo i comuni. I principali beneficiari sono i partiti: con queste due mosse aumentano di un po’ il loro potere, mossa tardiva, visto che ormai contano come il due di picche quando si gioca a scopone, ma meglio di niente.
Perchè beneficiano? Pensate agli schiaffi che stanno prendendo regioni e province, ed ai cambiamenti che sono e saranno costretti a fare nella gestione di queste ultime: gli spazi di manovra si fanno più piccoli grazie agli scandali ed alle nuove legislazioni imposte dall’alto, diventerà molto più difficile per un partito foraggiare clientele attraverso questi organi. E senza clientele…niente partito. O per lo meno, niente partito di peso.
Se ne deduce che la mossa dei partiti è stata quella di farsi un po’ di spazio più in basso, a livello comunale. Ora sindaci e assessori potranno gestire la raccolta delle tasse. Cosa non da poco.
Spiegano in una nota congiunta i deputati del Carroccio, Massimo Polledri, Massimo Bitonci, Raffaele Volpi e Guido Vanalli: “Si tratta di un provvedimento importante, passato nonostante l’opposizione del governo e del Partito democratico, che porrà un freno alle ganasce fiscali imposte dall’esecutivo e applicate da Equitalia. Finalmente ci sarà un rapporto più sereno fra i cittadini e il fisco gestito direttamente dai Comuni”.
Tradotto significa: “Le tasse si pagano se e quando decidono i sindaci, finalmente ci siamo ritagliati uno spazio per le clientele, e questo spazio è nei comuni”.
L’ultimo emendamento su cui è stato battuto il governo è quello che sposta al 30 giugno 2013 il pagamento di tasse e contributi da parte di cittadini e comuni colpiti dal sisma dell’Emilia”. E qui sembra che abbiano fatto una cosa buona e giusta, visto che il governo pretende soldi sull’unghia da gente a cui è crollata casa e ufficio. Ma in fondo cosa cambia? Se chiedete agli emiliani, vi diranno che lo stato non ha contribuito alla ricostruzione. Perchè fargliele pagare, le tasse? Meglio che li spendano in zona quei soldi, per aiutarsi tra loro.
Ma questo nell’Europa del Nobel non può avvenire: i soldi sono della BCE e bisogna ridarglieli, mica sono dei cittadini posapiano e fannulloni.
Mi fa venire in mente una scena da “Quei bravi ragazzi”, bellissimo film di Scorsese sulla mafia newyorkese, in cui il motto di un boss che riscuoteva il pizzo era: “C’è la recessione? Cavoli tuoi, pagami! C’è stato un incendio? Cavoli tuoi, pagami! Il locale è stato colpito da un fulmine? Cavoli tuoi, pagami!”
Ecco cosa ricorda la gestione del terremoto emiliano. La dilazione al 30 giugno fa piacere, ma è veramente poca cosa. Ma il PD in Emilia deve almeno salvare la faccia.
Resta dunque la domanda principale che bisogna porsi: come mai il panzergovernment si è fatto mettere sotto? Ha costretto i partiti a fare di tutto, ha centralizzato a ritmi che neanche Bolt alle olimpiadi, e poi concede spazio nei comuni? A emendamenti della Lega? Cosa è andato storto?
Non c’è da meravigliarsi per il risentimento di Monti, che ha detto: “Se volete, torno a Milano”! La solita minaccia dei “mercati”…
Mario, vai tranquillo, con un’oretta d’aereo sei a casa…
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