Il Carabiniere Luis, prime impressioni di un caso che non quadra.
Redazione
Una vicenda veramente triste e strana. Molto dolorosa e piena di incognite.
Quale è da subito la tesi ufficiale che filtra dall’ANSA e la stampa ufficiale, attraverso le “anonime” dichiarazioni degli inquirenti? Quelle che dettano la linea a tutti i media?
Questa: anche se le indagini sono appena all’inizio… “si tratta di un suicidio”.
Cosa viene fatto filtrare a favore del suicidio?
Luis si sarebbe suicidato con la sua pistola di ordinanza, nella sua stanza chiusa da dentro, e poco prima ha chiamato con voce confusa il 112.
Inoltre poco prima aveva scritto un post sulla propria pagina di FB nel quale diceva di essere Adam Kadmon – uno strano personaggio mascherato, piuttosto noto per la sua trasmissione televisiva che svela veri o presunti misteri e complotti. Un personaggio che molti ritengono poco credibile, ma che ha un vasto seguito soprattutto di ragazzini e adolescenti. Nel post scrive che è dei servizi segreti, italiani ed internazionali, ecc.. E poi soprattutto: “stanno arrivando per chiudere la mia bocca per sempre“.
E questo post viene pubblicato su FB poco prima della sua morte per un colpo di arma da fuoco.
Un post che getta benzina sul fuoco di chi non crede al suicidio, ma che per i molti “benpensanti” fa di lui un esaltato, uno uscito fuori di testa.
In effetti, a pensarci bene, proprio questo post è molto strano: fornisce un quadro di fondo di cause, altrimenti inesistenti, per il presunto suicidio.
Proprio questo post potrebbe rendere per la gente più credibile il fatto che Luis si sia suicidato. Senza questo post, si andrebbe a vedere ancora di più come era la vita e la personalità di Luis fino a pochi momenti prima della morte.
E’ presto per dirlo, ma potrebbe essere la solita doppia azione di killeraggio: si uccide qualcuno perché aveva detto o stava per dire o scrivere qualcosa che non si deve sapere. Della quale magari è stato testimone.
Si monta un finto suicidio (non è difficile combinare la scena in modo che vada in quel senso), e poi magari si scrive un finto post sul suo FB, che da una parte rende credibile lo stato di confusione che porta al suicidio, e dall’altro fa in modo che qualsiasi cosa abbia detto, confidato o scritto… appaia come per nulla credibile: lo sfogo di un ragazzo “uscito fuori di testa” al punto da uccidersi. La stessa cosa vale per la telefonata al 112. Chi ha chiamato? Lo stato apparentemente “confusionale” era naturale o indotto (botte, farmaci, ecc) ?
Fosse così sarebbe un doppio killeraggio: del suo corpo e della sua memoria.
Si sono già visti casi del genere: è questa una modalità tipica di certi poteri.
Ma di sicuro al momento non abbiamo dati obiettivi per dire che sia andata in un modo piuttosto che in un altro.
Certo è che il ragazzo era noto nel circondario per essere in gamba, sveglio, posato, intelligente e tutt’altro che esaltato. I commenti dei parenti, come delle persone che lo conoscevano, sia per strada che sui social network tendono fortemente all’incredulità verso l’ipotesi suicidio. Certo è che questo ultimo messaggio risalta e si distacca completamente dal tono e dal contenuto dei messaggi da lui postati precedentemente. Stona.
Poteva essere uno di noi, di quelli che cominciano a farsi delle domande.
Può interessarti anche: