I 104 reattori nucleari USA: tutti hanno problemi di sicurezza.
di Enrico Carotenuto
Su Repubblica del 9 aprile è comparso un articolo molto interessante in cui si parla dell’ex presidente della commissione per la sicurezza sulle centrali atomiche degli Stati Uniti, che in un intervista al New York Times, parlando dei 104 reattori nucleari USA, dichiara: “Tutti hanno difetti che non possono essere risolti. Vanno sostituiti, bisogna spegnerli uno alla volta”.
Dall’articolo di Repubblica:
“Tutti e 104 i reattori nucleari americani in funzione hanno problemi di sicurezza che non possono essere risolti, e andrebbero sostituiti. Lo afferma, in un’intervista al New York Times, l’ex presidente della Nuclear Regulatory Commission (la commissione per la sicurezza), Gregory Jaczko, sottolineando che chiuderli tutti insieme sarebbe poco pratico ma bisognerebbe scaglionarli invece che cercare di prolungare la loro vita.
“Non è comune che un ex presidente di una commissione nucleare critichi in questo modo la sicurezza di un’industria che fino a poco prima era incaricato di assicurare” mette in evidenza il New York Times.
Secondo Jaczko, gli impianti che hanno ottenuto una proroga di 20 anni al funzionamento, oltre i 40 anni di licenza iniziale, non dureranno a lungo: “Non si possono continuare mettere cerotti su cerotti“. E ritiene impossibile l’idea di concedere altri 20 anni di proroga agli impianti che già ne hanno ricevuta una.
Obiezioni ovviamente rispedite al mittente dalla Nrc: “Gli impianti erano sicuri prima che Gregory Jaczko fosse il presidente, lo erano durante la sua presidenza e lo sono ancora”. Gregory Jaczko si è dimesso dall’Nrc la scorsa estate dopo aver intrapreso (e perso) una serie di battaglie nel board della commissione chiedendo misure di sicurezza più stringenti. Al momento delle dimissioni aveva dichiarato: “Purtroppo, spesso la maggioranza della commissione ha scelto un approccio che non protegge la salute pubblica e la sicurezza tanto quanto io ritengo sia necessario“.”
Insomma, il signor Jaczo ammette pubblicamente che l’organo di controllo e protezione dal nucleare americano ha più a cuore l’interesse dell’industria nucleare che la salute e la protezione dei cittadini. Ora, se in America succede questo, cosa potrebbe succedere in Italia? Vi fidereste di un organo di controllo nostrano?
Occorre tenere alta la guardia, poichè i nuclearisti, nonostante il referendum che li ha schiacciati, non sono scomparsi, si sono solo ritirati nell’ombra in attesa di tempi migliori per loro. Ecco, dobbiamo prodigarci perchè non vengano mai, questi tempi. Anche perchè, a giudicare dalla stallo imposto alla pubblicizzazione dell’acqua, è chiaro che queste lobby sono in grado di comprare appoggi ovunque, e quindi molto presto risentiremo parlare di nucleare in Italia.