La misteriosa lobby trasversale coi santi nei paradisi…fiscali ed istituzionali
di Enrico Carotenuto
Una misteriosa società del Liechtenstein, senza alcuna esperienza in materia, viene appoggiata ai più alti livelli della politica italiana, per fare una pericolosa centrale geotermica in zona sismica. Si sono opposti i cittadini, gli esperti, i comuni e perfino la regione, riuscendo a bloccare il progetto. E che è successo? Qualcuno ha inserito nel “decreto del fare” una norma che sposta tutte le decisioni in merito dal livello locale (la regione) a quello nazionale (i ministeri). Non solo: hanno anche escluso il progetto dalla “normativa Seveso”, così da salvaguardare la società che vuole fare la centrale da eventuali rivalse dei cittadini in caso di danni o disastri!
Tutto chiaro?
Fortunatamente, anche a livello parlamentare, ci sono deputati che s’interessano del benessere dei cittadini.
Ecco l’interrogazione parlamentare sulla questione, presentata lo scorso 6 dicembre dai deputati Zaccagnini, Zan e Zolezzi.
Geotermia sull’Alfina: ecco l’interrogazione parlamentare alla Camera fatta insieme ai comitati che sostengono una geotermia non invasiva, bensì ecocompatibile. Sull’Amiata la geotermia presente ha portato alla contaminazione da arsenico della falda che rifornisce il viterbese. Attorno al Lago di Bolsena vorrebbero procedere con impianti che perforano la terra per kilometri e attraversano le falde, generando contaminazione delle acque e col rischio di amplificare la sismicità del territorio. Perciò ho portato questo argomento in Parlamento, perchè è necessario sconfessare il fatto che la geotermia sia tutta bella e buona, c’è una geotermia non invasiva ed ecocompatibile, ma non è quella dell’Amiata nè quella che si vuol fare sull’Alfina.
Atto Camera dei Deputati
Interrogazione a risposta orale presentato da
ZACCAGNINI Adriano (GAPP- Gruppi di azione e Partecipazione Popolare)
ZAN Alessandro (SEL)
ZOLEZZI Alberto (M5S)
In data 6.12.2013
——
— Al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro dell’Ambiente, al Ministro della salute, al Ministro per gli affari europei. —
Per sapere – premesso che:
– In data 8 novembre 2013 il settimanale, “l’Espresso”, riportava il seguente pezzo a firma di Paola Pilati, dal titolo -“Geotermia che pacchia, soci nel Liechtenstein. Sponsor illustri. Emendamenti su misura. Così un ricco progetto della Tuscia supera ogni ostacolo“. Nell’articolo si descrive come – “Dopo vento e sole, è il momento della geotermia. Energia rinnovabile a pieno titolo, e quindi sovvenzionata con i soldi della collettività. Il territorio italiano è ricco di riserve di calore sotterraneo e così le ultime leggi in materia l’hanno incentivata, tanto che oggi i permessi di ricerca sul territorio sono 45 ed una altra quarantina le domande al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise). Zona preferita il centro Italia: Toscana, Umbria, Lazio. Ma proprio dalla Tuscia la zona geografica alla convergenza di queste tre regioni, sta arrivando una bella grana per i Ministri Flavio Zanonato (Sviluppo) ed Andrea Orlando (Ambiente) mezza dozzina di comuni fra cui Orvieto, Acquapendente e Montefiascone, si sono coalizzati per bloccare il progetto di una centrale geotermica a Castel Giorgio, a nord est del lago di Bolsena.
Di mezzo ci sono la sicurezza di una falda acquifera e la stabilità di interi paesi costruiti sul tufo, in un ‘area in cui i terremoti si sono fatti sentire, dicono gli amministratori comunali affiancati da associazioni cittadine […].
Come mai un progetto che stava per essere bocciato, dalla Regione Umbria in base all’impatto ambientale, ora è in corsia preferenziale al Ministero dell’Ambiente per essere realizzato? Dichiara Claudio Margottini assessore all’ambiente del Comune di Orvieto e geologo di fama internazionale.” Nello stesso articolo si descrive il progetto nello specifico: “Una società costruita ad hoc nel maggio scorso: la Itw & Lkw Geotermia Italia capitale 200mila euro. Unico azionista Itw & Lkw Beteinlinguns Gmbh, Austria. Separando le due sigle si arriva poi a Liechtenstein, dove la Itw è una società di costruzioni e la Lkw è una società elettrica. Ma prima ancora che la joint venture fosse costruita già camminava con un “project supervisor” illustre Franco Barberi: vulcanologo, in passato capo della protezione civile, e poi imputato nel processo sul mancato allarme del terremoto dell’Aquila. Lo aveva depositato nel 2011 al Mise. Nel 2012 la commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie del Ministero da il suo parere favorevole. E Barbieri fa parte di quella commissione. Conflitto d’interesse […].
Ma non è l’unico:…”entra in scena anche la forte attenzione di un altro grand commis, il presidente della commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, Guido Monteforte Specchi, che firma un parere per conto della Itw&Lkw e partecipa a suo nome alla riunione della Regione Umbria dove c’è aria di ostacoli al progetto … Nonostante gli illustri sponsor per aggirare lo stallo che la centrale rischia per le perplessità degli enti locali, arriva a metà luglio un emendamento del Decreto del fare, naturalmente in notturna, tutti i progetti geotermici pilota( Castel Giorgio è uno dei dieci), non dipendono più dal via libera delle Regioni, ma solo dei ministeri.”
– Il Decreto Legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, modificato dal Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 ha previsto che al fine di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche a ridotto impatto ambientale sono considerati di interesse nazionale i fluidi geotermici a media ed alta entalpia finalizzati alla sperimentazione, su tutto il territorio nazionale, di impianti pilota con reiniezione del fluido geotermico nelle stesse formazioni di provenienza e comunque con emissioni nulle e con potenza nominale installata non superiore a 5 MWe per ciascuna centrale. L’autorità competente per il conferimento dei relativi titoli minerari è il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che acquisiscono l’intesa con la regione interessata. Inoltre la Legge 7 agosto 2012, n. 134 di conversione del Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83, ha disposto l’inserimento dell’energia geotermica tra le fonti energetiche strategiche e la Legge 9 agosto 2013, n. 98 di conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia, ha disposto che gli impianti geotermici pilota sono di competenza statale (integrando l’art. 1 comma 3 bis del D.Lgs. 11 febbraio 2010, n. 22 e il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152).I progetti geotermici pilota sono quindi sottoposti alla Valutazione di impatto ambientale di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
– La sunnominata legge ha inoltre disposto per gli stessi impianti la loro esclusione dalle previsioni della Direttiva Seveso (ovvero: in caso di disastro la società operatrice NON AVRA’ L’OBBLIGO DI RIMBORSARE I COMUNI E I CITTADINI, ndr) gettando ulteriori preoccupazioni rispetto alla loro sicurezza nelle operazioni di trivellazione ed esercizio, con particolare riferimento alla prevenzione di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose ed alla limitazione delle conseguenze per l’uomo e per l’ambiente nonché per l’assenza ex- lege dei requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale, con riferimento alla destinazione e utilizzazione dei suoli che tengano conto della necessità di mantenere le opportune distanze tra stabilimenti e zone residenziali o frequentate dal pubblico. A Castel Giorgio infatti il progetto ITW-LKW prevede i pozzi di re-immissione vicinissimi alle case del paese. Nonché con l’aggravante di aver così introdotto un regime peggiorativo delle norme ambientali europee recepite in Italia con il D.Lgs. 17.08.1999, n. 334 (recepimento Direttiva Seveso) nonché incomprensibilmente diverso verso i progetti geotermici diversi dai progetti pilota.
– La Provincia di Viterbo e il Comune di Bolsena con la collaborazione delle associazioni ambientaliste e i comitati cittadini dell’Orvietano, della Tuscia e del lago di Bolsena (Rete Allarme Geotermia) hanno organizzato a Bolsena (Viterbo) lo scorso 26.10.2013 un convegno sulle problematiche indotte dallo sfruttamento delle risorse geotermiche. All’incontro hanno preso parte esperti a livello nazionale, quali il prof. Marco Mucciarelli, direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, che si è soffermato sulle relazioni tra attività umane nel sottosuolo e la possibile attivazione di sismi, tematica molto presente all’estero ma misconosciuta in Italia.Dice Mucciarelli : “In Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con la assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre, come avviene già in altri paesi europei. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale.”
L’ing. Piero Bruni, con alle spalle una estesa attività geofisica, si è invece soffermato sul fatto di come l’altopiano dell’Alfina ed il sottostante lago di Bolsena siano importanti riserve di acqua potabile per l’Umbria ed il Lazio e che possono essere compromesse dall’installazione di tali impianti, in quanto i fluidi geotermici reiniettati a pressione nel sottosuolo possono risalire attraverso le fratture del terreno inquinando con arsenico ed altre sostanze cancerogene le falde acquifere sovrastanti utilizzate dalla rete idropotabile. Inoltre l’elevata fragilità sismotettonica ed un contesto edilizio fortemente vulnerabile, com’è quello dei centri storici della “civiltà del tufo”, sconsigliano l’installazione di tali impianti (terremoti a Tuscania nel 1971 (31 morti) e a Castel Giorgio nel 1957 (centinaia di case distrutte).
Il Prof. Claudio Margottini, geologo di livello internazionale ed assessore all’ambiente del comune di Orvieto, ha affermato che – pur non dichiarandosi contrario al possibile uso della geotermia quando essa ha elevati contenuti di “eticità” , ovvero rispetta l’ambiente e la salute dei cittadini – la fragilità sismotettonica delle aree dell’Alfina e del lago di Bolsena sconsigliano vivamente l’installazione di tali impianti.
– E’ del resto ormai dato acquisito in letteratura scientifica che alcune attività umane che interferiscono con il sottosuolo siano cagione di eventi sismici di varia intensità, arrivando anche a provocare danni ingenti e pericolo per le vite umane. Già sono molti gli episodi per i quali si è stabilita la correlazione tra terremoti e attività antropiche, dall’Europa agli Usa; l’ultimo episodio – per restare vicino a noi – che risale al 21 luglio scorso, è quello di San Gallo in Svizzera, immediatamente associato dal Servizio Sismico Svizzero (SED) “alle misure di test e di stimolazione impiegate nel pozzo di trivellazione del progetto geotermico” che segue peraltro quello dell’8 dicembre 2006 a Basilea, sempre correlato alla attività geotermica; in entrambi i casi l’attività è stata sospesa. Diversamente accade da noi dove anche abbiamo avuto sul Monte Amiata un forte terremoto il 1 aprile 2000 con successive fuoriuscite di fanghi geotermici, che hanno prodotto ingenti danni e per puro caso non hanno causato lutti, ma il funzionamento degli impianti geotermici continua indisturbato.
– Le citate associazioni ambientaliste e i comitati cittadini della Rete Allarme Geotermia hanno recentemente inviato una lettera aperta alla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini sull’impianto geotermico pronto a vedere la luce nell’Alfina, “dopo una nota, inviata anche al Governo ed alle Regioni e, per conoscenza, alla Unione Europea, in merito ai conflitti di interesse e ad alcune procedure errate seguite dai suoi uffici nella valutazione ambientale relativa all’impianto geotermico di Castel Giorgio. Dopo la consegna al Ministro Orlando, da parte dei sindaci dell’Orvietano, di un documento in cui si evidenzia grande preoccupazione per il progetto geotermico in corso di valutazione dalla Regione Umbria, vogliamo informarLa che eguale preoccupazione si sta allargando a tutti i sindaci del Lago di Bolsena. Non ha giovato infatti a rasserenare gli animi la recente scossa di terremoto che ha colpito la Svizzera a causa di un impianto avente le stesse caratteristiche tecniche di quello in esame presso i Suoi uffici[…]. Riteniamo infatti che questo delle nuove tecnologie su “impianti pilota geotermici” sia un altro infelice esempio in cui le lobbies suggeriscono e la politica ratifica, senza neanche attendere, in questo caso, le risultanze ed i necessari approfondimenti ancora in corso di studio da parte della UE – come il “progetto Geiser,” giunto alla sua conclusione solo alla fine di maggio 2013- ma che non ha ancora prodotto le previste ” linee guida”, valide a livello europeo, verso la sismicità indotta, che sembra caratterizzare tali nuovi “impianti sperimentali”. Né ci rassicura il fatto che nei mesi scorsi la Protezione Civile Nazionale abbia sentito il bisogno di nominare una commissione di inchiesta per evidenziare in particolare “eventuali correlazioni tra sismicità ed esplorazioni per la ricerca di idrocarburi”. Unico neo – anche in questo caso e sempre a proposito di lobbies – è che la maggioranza dei membri della Commissione, a cominciare dal suo presidente, hanno possibili conflitti di interesse, avendo ricoperto incarichi per le compagnie petrolifere ![…]Pertanto, al di là di come- a livello di Governo sarà valutata, stante il conflitto di interesse del Prof. Franco Barberi, la decisione del CIRM del 13.03.2012, riteniamo che la procedura di VIA, d’intesa tra le due Regioni Umbria e Lazio, ai sensi dell’art.30, comma 1 del D.Lgs 152/2006, possa rappresentare una opportuna occasione di approfondimento della tematica, allo scopo di operare la migliore scelta verso un’ampia area umbro-laziale che interessa (e preoccupa!) ben 20 comuni. Non solo. Non si può- a questo punto- sottacere che la decretazione appositamente “deregolamentata” verso la “nuova geotermia sperimentale” (D.Lgs. 11.02.2010, n. 22, Ministri Scajola e Romani) è tristemente coeva a quella sul nucleare (D.Lgs. 15.02.2010, n. 31) e alla susseguente normativa introdotta dal c.d. “Decreto Sviluppo” (Ministri Monti e Passera) sulle trivellazioni a mare alla ricerca di petrolio e gas. Ebbene, il nucleare è stato bocciato saggiamente dal popolo italiano con il referendum abrogativo del 12 -13 giugno 2011, le trivellazioni a mare hanno visto proprio i giorni scorsi ben 5 consigli regionali italiani ( Veneto, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia) presentare una proposta legislativa alle Camere con richiesta di annullamento della normativa introdotta al Governo Monti”;
– Se i Ministri in indirizzo sono a conoscenza dei fatti narrati e quali iniziative intendano intraprendere;
– Se non reputino opportuno fare proprie le istanze della rete di “Sos Geotermia” e “Allarme Geotermia” le quali individuano non solo delle criticità a livello di conflitti di interessi negli attori coinvolti nel progetto di impianto geotermico nella zona della Tuscia, ma anche il reale rischio di sismicità indotta da impianti geotermici, rischio documentato da ricerche in ambiti accademici ed universitari, nonché di possibili danni alle riserve di acqua dell’altopiano dell’Alfina e del lago di Bolsena;
– Se non reputino opportuno, la moratoria sui progetti pilota di impianti geotermici, almeno finché gli studi circa i rischi procurati dalla geotermia non abbiano raggiunto livelli tali da poter escludere il rischio di eventuali scosse sismiche procurate, se sempre a questo scopo non reputino opportuno finanziare un osservatorio di ricerca in grado di studiare i rischi della geotermia.
– Se non reputino opportuno rivedere le modificazioni apportate alla Legge 9 agosto 2013, n. 98 di conversione in legge, Decreto Legge 21 giugno 2013, n. 69, che ha disposto che gli impianti geotermici pilota sono di competenza statale (integrando l’art. 1 comma 3bis del D.Lgs. 11 febbraio 2010, n. 22 e il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152). Soprattutto nel rilascio dell’autorizzazione basato sull’analisi di impatto ambientale, che vista la conoscenza del territorio dovrebbe essere rimesso alle autorità locali così come per gli altri impianti di geotermia non considerati impianti pilota.
– Se non reputino opportuno rivedere le modificazioni apportate alla Legge 9 agosto 2013, n. 98 di conversione in legge, Decreto Legge 21 giugno 2013, n. 69, che ha disposto che gli impianti geotermici pilota di cui all’art.1, comma 3-bis del D.lgs. 11.02.2010, n. 22 sono esclusi dall’applicazione del D. Lgs. 17.08.1999, n. 334 (di recepimento della c.d. “Direttiva Seveso” della UE), concernente il controllo dei rischi da incidente rilevante che coinvolgano sostanze pericolose.