Firme false a Palermo – fessi ad orologeria?
di Enrico Carotenuto
Il caso scatenato dai servizi delle Iene sulla falsificazione (o copiatura) delle firme per la presentazione della lista 5 Stelle alle comunali palermitane del 2012, fa pensare. Non è certo la cosa più grave mai capitata nella sciagurata storia politica del paese, anzi, probabilmente non è neanche la cosa più grave capitata questa settimana (le continue menzogne di Renzi&Co, sulla riforma costituzionale sono mille volte peggio), ma ragionandoci sopra a 360 gradi, da una parte mette in luce i modi terra terra di fare politica in Italia, dall’altra un paio di criticità tipiche del partito chiamato movimento.
Il fatto in se, comparato alla gravità ed al numero di abusi fatti in politica negli ultimi 70 anni, non entrerebbe neanche nella top diecimila: copiatura di firme vere da moduli che contenevano vizi formali, per fare in modo di non perderle e di poter presentare la lista alle elezioni comunali. Fatto grave, per carità, ma alzi la mano chi non pensa che ci siano in corso, solo oggi, almeno altri 50 abusi ben più gravi di cui non si sa niente. Pensiamo semplicemente alla presentazione ed approvazione di progetti deleteri in tutta Italia, se proprio non vogliamo pensare che un parlamento illegittimo, con un governo illegittimo, sta mettendo mano alla costituzione.
Però è un fatto che dimostra un piccolo-grande neo nella retorica grillina, neo che mettemmo in luce già anni fa: il paradigma “giovani&puliti” con cui si fa bello il Movimento, significa anche “inesperti”. Ma soprattutto ci ricorda che “pulito” è quasi sempre, in questa nostra Italia, qualcuno che non ha ancora avuto l’opportunità di sporcarsi.
E qui casca l’asino. Possibile che nessuno dei coinvolti nei fatti di Palermo abbia pensato che un simile segreto, a PALERMO, non sarebbe rimasto segreto a lungo, anzi, che forse non è mai stato un segreto, neanche per un secondo? E soprattutto, nessuno si aspettava che sarebbe venuto fuori al momento giusto?
No?
Ecco che vuol dire essere inesperti. Ed ecco come si paga.
E la pagheranno più di una volta: pagheranno alle comunali palermitane del 2017, e pagheranno a breve, in voti referendari.
C’è poco da stupirsi: quando esce un servizio simile delle Iene, esce sempre al momento giusto. Quale momento più giusto per tirare fango sul principale partito opposto alle devastanti modifiche costituzionali?
Insomma, è quello che succede quando uno che ha fatto 3 giorni di palestra in vita sua viene gettato nel ring con un pugile professionista.
In questo caso abbiamo visto un piccolo esempio di lotta impari contro forze esterne: i ragazzi del 5 Stelle (tutti) farebbero bene a tirare fuori le unghie, se vogliono evitare di farsi prendere in giro così, e soprattutto afinare il pensiero, perchè i nemici non sono certo solo all’esterno del loro recinto: se vogliono veramente cercare di dare una raddrizzata a questo paese, è necessario che comincino anche a guardarsi bene da quelli che pascolano nel loro stesso recinto, perchè potrebbero non essere della stessa “razza”. Per non parlare del pastore: i suoi motivi per tenerli nel recinto e per sfamarli potrebbero non essere puro altruismo, o amore per gli animali…
Certo, poi uno apre la Pravd… ehm, La Repubblica, e gli tocca leggere che un deputato del PD, tale Federico Gelli, dichiara:”Dopo la ridicola tesi della differenza tra firme copiate e firme falsificate – dichiara Federico Gelli, deputato Pd – ora il Movimento 5 Stelle s’inventa un nuovo trucco retorico per uscire dall’angolo in cui si è cacciato con la vicenda delle firme di Palermo: la responsabilità individuale. Troppo facile: le responsabilità politiche sono di tutto il Movimento. Le responsabilità – spiega – non possono essere soltanto quelle di chi ha materialmente falsificato le firme, violando in modo consapevole la legge. Intorno a questo atto illegale, si è verificata una lunga catena di omissioni, di ‘disattenzioni, di silenzi omertosi durati ben quattro anni. Si tratta di comportamenti gravissimi, tanto più se messi in atto da un movimento politico che rivendica a ogni pie’ sospinto il mantra della trasparenza”.
Per carità, potremmo anche essere d’accordo con l’On. Gelli, ma applicando questo metro, cioè che un crimine ricade su tutto il partito, cosa resterebbe del suo PD? Anzi, cosa resterebbe dell’intero spettro politico italiano?
Insomma, una denuncia “anonima” scatena le Iene (non ricordo bene, chi è che gli paga lo stipendio?) e La Repubblica & Co. (altro bastione dell’indipendenza) fanno articoli illuminanti come questo.
Nessuna novità, ma se fossi un attivista pentastellato non me la prenderei con i cattivoni “la fuori”, quelli ci sono sempre stati e fanno il loro lavoro ad orologeria. No. Io me la prenderei con i miei amici, e gli direi:” a) meno male che dovevamo essere onesti; b) vi siete fatti fregare come pivelli”.
Per saperne di più sui fatti in questione, leggi qui.
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