ENI-SAIPEM: scandali ipocriti e mirati per smontare ulteriori pezzi di sovranità italiana
di Fausto Carotenuto
Indagini e perquisizioni a Scaroni, presidente dell’ENI. Scandali che coinvolgono la SAIPEM, importante impresa storica del gruppo italiano. Grandi gruppi finanziari che vendono azioni SAIPEM mettendola in gravi difficoltà.
Continua l’aggressione alla struttura industriale e bancaria italiana. L’ENI dopo il Monte dei Paschi.
Per mettere l’Italia sul mercato e scioglierla nel superstato europeo.
Lo schema lo abbiamo segnalato più volte: si mandano delle pedine a dirigere queste importanti organizzazioni, si facilitano le loro operazioni poco trasparenti e poi li si “scopre”. Così, con la scusa di ripulire la casa, la si svende e la si smonta, facilitando formazioni più integrate nella finanza internazionale.
Le pedine non ci capiscono niente, ma non importa: sono fazzoletti usa e getta, e poi comunque sono state ben pagate.
Al di là della finzione mediatica, si sa che nel mondo degli affari petroliferi, non esiste alcun paese produttore al quale sia possibile accedere per estrarre o per aggiudicarsi lavori come contractor se non si pagano mazzette. La competizione tra i vari gruppi è nella capacità di pagare le persone giuste nei vari governi, attraverso determinati intermediari internazionali. Se non si fa così non si lavora.
Gli italiani sono sempre stati molto bravi a trovare le strade giuste.
Che adesso si scopra che la SAIPEM, magari con il supporto della casa madre ENI, abbia pagato commissioni per avere contratti in Algeria, è una totale ipocrisia. O tutto il mondo si mette d’accordo per non pagare commissioni mai, e fa rispettare questo accordo. Oppure privare qualcuno di questo strumento significa eliminarlo dalla scena a favore dei suoi competitors.
L’ENI è già stata ridotta male prima uccidendo Mattei e poi con la svendita di Draghi. Ora evidentemente le si vuole dare l’ultimo colpo. Invece di ripulirla, la si vuole svendere, o indebolire ulteriormente dissolvendo sue importanti quote di mercato.
In questo video il Dott. Livigni, collaboratore di Enrico Mattei, descrive il voluto processo di distruzione dell’indipendenza energetica italiana, e della base produttiva industriale.