Dimissioni Guidi: l’unica cosa di cui ci si stupisce sono le dimissioni
di Enrico Carotenuto
La Guidi si dimette al volo, beccata in un’intercettazione a fare un favorino del valore di due o tre milioni al fidanzato.
Bene. Giusto che si dimetta.
Tra l’altro, per via di un’assurdità nostrana, la Guidi ci fa pure una certa bella figura dimettendosi: cosa normalissima quando un ministro di un paese “civile” viene coinvolto in uno scandalo, ma quasi unica quando si parla di ministri della Repubblica Italiana, avvezzi a spalmarsi le terga di Attak nel momento in cui si insediano.
E tutti a dire che questo governo è troppo filo-petrolieri.
La percezione degli italiani funziona in modo molto strano: viene presentato un governo la cui composizione, più che un indizio, è già una prova, e la prima cosa che fa questo governo è lo stupra-Italia (sblocca?).
Ma pochissimi lo leggono. Chi lo legge s’incazza subito (parliamo di quelli che non lavorano per una ditta petrolifera), ma pochi danno retta allo starnazzare di quei pochissimi: i più stanno guardando il discorso di Renzi in inglese e pensando che uno così, in fondo, troppi danni non li può fare.
Ma è un grosso errore.
Ora viene fuori che la Guidi ha infilato un emendamento pro-Total nello sblocca-Italia che permette al suo fidanzato d’intascare qualche spicciolo, e tutti s’indignano. Perchè due o tre milioni sembrano un sacco di soldi.
Ma sono spiccioli rispetto ai guadagni di certe aziende che si avvantaggiano dello sblocca-Italia, e sono addirittura niente rispetto ai danni ambientali che derivano dal decreto. Il danno non sono quei due milioncini. I danni ammontano (o ammonteranno) a miliardi su miliardi se si contano i danni al presente e al futuro di questo paese che arriveranno da una politica deleteria. Non solo petrolio, ma concessioni e facilitazioni a inceneritori, geotermie farlocche, discariche e chi più ne ha più ne metta.
Lo scandalo vero non è che uno o più politici facciano affari con industriali e commercianti: è una pratica che va avanti dall’alba dei tempi è non c’è modo di eradicarla realmente con leggi o controlli. Lo scandalo vero è che i politici potrebbero fare gli stessi affari ed intascare gli stessi soldi favorendo industrie che facciano prosperare e migliorare la propria nazione. Ma non lo fanno perchè nessuno ce li spinge. Perchè non esiste ancora un livello generale di coscienza che faccia si che alle persone importi veramente di certe cose e che le antepongano ai propri interessi a corto termine. Se non importa a noi, figuriamoci a loro.
Tutto ciò è palese: ora la Guidi si leverà di mezzo e tutto procederà come prima con un’altra faccia che farà esattamente le stesse cose. In fondo è questo ciò che comunica la Guidi a Renzi, nella sua lettera di dimissioni “sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato“, che equivale a dire “ricordati di trattarmi bene che qui siamo tutti sulla stessa barca“…
Come può essere altrimenti? Viviamo in un paese in cui il 95% delle persone vota a favore dell’acqua pubblica in un referendum e non solo non la rendono pubblica per quattro anni, ma al quinto il governo se ne esce dicendo che l’acqua deve essere preferibilmente privata e tutti stanno zitti. In altri paesi questo governo non esisterebbe più, messo in ginocchio dalle persone scese in strada e dagli scioperi. Da noi invece quel poliglotta del primo ministro dice “impossibile che la Boschi venga toccata” nonostante anch’essa sia tirata in ballo dalla stessa Guidi nelle intercettazioni: “Pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni…è tutto sbloccato“. Ma d’altronde la Boschi sta ancora li dopo lo scandalo Banca Etruria, che ha messo sul lastrico migliaia di persone, figuriamoci se la smuovono per due spiccioli.
E non la smuovono perchè si succedono scandali su scandali, soprusi su soprusi, disastri su disastri, ma gli italiani non rispondono più. S’indignano cinque minuti, ma se sul lastrico c’è finito il mio vicino e non io, in fondo chi se ne frega. Se l’inceneritore lo fanno a Bologna chi se ne frega, tanto io vivo a Roma, se le centrali a gasolio le fanno a Favignana, chi se ne frega, a me piace la montagna, ecc.
Chi vuole vivere in un posto migliore sappia una volta per tutte che ciò, in ultima analisi, non dipenderà mai dalle facce o dalle bandierine che vota. Ma dal proprio impegno quotidiano in tutto ciò che rientra nella propria sfera d’influenza. Ogni “chi se ne frega” è una contrazione, una negazione d’amore a se stessi ed al prossimo. Non possiamo lamentarci se i politici non “amano” la propria gente o la nazione, se non siamo neanche disposti ad aiutare noi stessi o il vicino di casa, se rifiuitiamo di farci coinvolgere o di coinvolgere altri nelle cose che sono veramente importanti. In ultima analisi la Guidi, la Boschi, Renzi, ecc sono “uno di noi”. Forse è il caso di cominciare a cambiare questo “noi”, invece di prendersela sempre con “loro”. “Loro” ci sono sempre stati e continueranno ad esserci finchè non smetteremo di fare questa distinzione. Per il momento, prepariamoci all’ennesimo giro su questa vecchia giostra sgangherata.
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