Comunali 2017: crollano i 5 stelle, resuscita la destra.
di Enrico Carotenuto
In una calda domenica di giugno, affluenze calate di 5 punti praticamente dappertutto. Il dato in risalto è certamente la sconfitta dei 5 stelle, che non sono riusciti ad andare al ballottaggio in nessuna città principale. Il vuoto lasciato dai 5 stelle sembra essere stato riempito in parte dalla destra. Inquietante il risultato di Trapani, dove oltre ad un candidato (ex presidente della provincia) messo sotto obbligo di soggiorno dalla Direzione Investigativa Antimafia e dichiarato socialmente pericoloso dai magistrati, al ballottaggio ci va un altro candidato (ex sindaco) appena uscito dagli arresti domiciliari per corruzione, con divieto di soggiorno a Palermo. Only in Italì…
A questo proposito, noi di Coscienzeinrete esprimiamo la nostra solidarietà per Lia Grillo (solo un omonimia) l’attivista del Movimento 5 Stelle della zona di Trapani alla quale ignoti hanno bruciato la vettura lo scorso maggio, durante la campagna elettorale. Qui la campagna di crowdfunding per aiutarla a comprare una nuova vettura.
Dunque, cosa succede al “contenitore di dissenso” preferito dagli italiani? Probabilmente un mix di varie disillusioni. Evidentemente alcuni di quelli che hanno votato 5 stelle a partire dalla storica vittoria di Pizzarotti a Parma, non hanno gradito il dirigismo assolutista di Grillo, ad esempio nelle scelte politiche a livello nazionale, visto che il 25% dei voti delle ultime politiche, proprio grazie alla scelta di non patteggiare con Bersani, non è mai stato in grado di mettere i bastoni tra le ruote alla pastetta PD-Centrodestra, libera di fare la qualunque per anni, e fermata dallo stravolgere la costituzione solo dal voto popolare (santo referendum!). Altri magari ci sono rimasti male quando hanno visto espellere dal partito deputati e senatori rei di non pensarla come Beppe, o magari che dicevano semplicemente quello che il comico genovese aveva ripetuto come un mantra fino al giorno prima (es. uno vale uno), solo che il giorno dopo non andava più bene. Altri ancora saranno rimasti male nel vedere la storia delle firme false per la lista di Palermo, o la composizione dell’esecutivo della Raggi. Altri ancora saranno rimasti basiti quando Grillo ha ribaltato il voto degli iscritti genovesi, che avevano scelto la Cassimatis, in favore di Pirondini, ecc.
Indicativo il dato di Parma: Pizzarotti (buttato fuori da Grillo) va al ballottaggio in testa col 34,58% dei voti, il candidato dei 5 Stelle a casa col 3,47%. Forse ora è più chiaro il motivo dell’allontanamento del sindaco di Parma dal Movimento: Pizzarotti ha una base territoriale, gente che lo vota. Che vota lui, non la bandierina. Ovvero ha un piccolo potere indipendente, che significava contare veramente qualcosa nel partito. Anatema per Grillo. A prescindere dalla bontà o meno dell’operato di Pizzarotti. Ah però, come gli ha fatto comodo nel 2012, quella base territoriale…
Il PD ormai ha raggiunto il minimo storico di credibilità. Si, era difficile, ma ce l’hanno fatta. Quindi, incapace di vincere da solo col proprio nome, pressoché ovunque ha puntato sulla formazione di liste civiche di supporto, così come la Lega e quello che rimaneva della destra. Scelte vincenti rispetto all’isolazionismo pentastellato. Isolazionismo che avrebbe magari pagato anni fa, ma che non ha retto al susseguirsi degli eventi sopra citati. Un’altra cosa da tenere in forte considerazione è lo scarso attaccamento al territorio del movimento, per cui possibilmente vedremo un risultato diverso alle prossime politiche. Ma diverso quanto? Probabilmente non sufficientemente diverso da vedere i 5 stelle al governo. Fatto sta che un partito impresentabile come il PD, contestato per mille cose, che ha preso una batosta al referendum e con forse meno voti del movimento, sta li a giocarsela per comandare nei comuni.
E questa in fondo, pare essere la vera raison d’etre del partito di Grillo: in un sistema in cui è rimasto un unico forte partito che da un lato è clientelare e dall’altro inzeppato di dirigenti di banche e multinazionali, il grande dissenso può essere facilmente controllato solo dividendolo in frammenti, e quando questi frammenti rischiano di diventare troppo grandi, vanno scalpellati affinchè ritornino delle giuste, “inutili” dimensioni. Quindi la pancia viene gestita da Salvini come da Grillo. Ognuno a suo modo. Nel frattempo gli interessi delle lobbies e di chi le gestisce vengono curati attentamente col sistema delle “porte girevoli” tra finanza/multinazionali e i partiti “corporate” come il PD. La Lega non potrà mai essere una forza realmente nazionale, dato che al netto dell’impopolarità data da atteggiamenti estremi che la relegano da sempre ad un elettorato “di nicchia”, al centro-sud non avrà mai un numero sufficiente di voti. Il 5 stelle invece i numeri potrebbe averli, visto che a parole dicono cose condivisibili dai più, ed è proprio per quello che la gestione fa di tutto per far disamorare ogni qual volta si presenta un rischio vero di crescita pericolosa. Se all’inizio la cosa poteva passare inosservata ai più, ora l’accumulo di indizi comincia ad essere probante. D’altronde, se una forza politica “anti” sta bene a Goldman Sachs, un motivo ci sarà. Tenendo in considerazione il declino della destra berlusconiana (l’altra alternativa clientelare), è abbastanza logico che in questo momento molti dei voti di protesta persi dai 5 stelle vadano a Salvini&friends, un partito che ha dimostrato ampiamente negli anni del berlusconismo di non avere proprio nulla di anti-establishment.
Per chi ci legge la prima volta, è opportuno spiegare che questa pagina non è schierata contro il movimento 5 stelle, di cui apprezziamo molte delle tematiche portate avanti da tante brave persone sia nella base che in parlamento. Questa pagina non è a favore nè loro, nè di altre forze politiche concorrenti, come facilmente constatabile aprendo uno dei numerosissimi articoli in cui ci siamo occupati delle vicende di altre forze politiche. La pagina è dedicata alla coscienza, e lo scopo degli articoli è solo quello di uscire dalle dinamiche di faziosità per riuscire ad osservare l’insieme di ciò che accade, per far si che sempre più persone si rendano conto del gioco della manipolazione nel suo insieme, nell’intento di favorire condizioni di maggiore libertà e di crescita per tutti. Per avere conferma, basta fare una ricerca nella sezione “politica” del nostro sito.
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