Io non mollo! – Nuova testimonianza
Redazione
Una nuova testimonianza da parte di un nostro lettore del nord Italia, che ci ha chiesto di rimanere anonimo.
All’epoca in cui avvennero i fatti di cui voglio parlarvi, avevo 58 anni e già cominciavo a fare calcoli sulla pensione (già una trentina di anni di contributi versati, un annetto di disoccupazione sparso nella mia carriera che vantava contributi figurativi – cioè conteggiabili solo dopo i 35 anni di contributi effettivi versati -) un buon lavoro con discreto stipendio (intorno ai 1500 euro). Tutto faceva sperare al meglio!
All’improvviso, il fallimento dell’azienda! A spasso per sei mesi ancora e nuovo lavoro trovato con molta fortuna (vista l’età). Qualche mese con stipendio inferiore al precedente e nuovo fallimento (voluto dall’azienda). Alla pensione mancavano circa quattro anni di contributi effettivi…..
Un’anno di disoccupazione (con relativi contributi figurativi) e, dopo tanto penare, il colpo di “fortuna”! Un tumore maligno (si scoprirà poi) alla prostata. Subito operato e verificato un danno maggiore al previsto: asportazione della vescica e creazione di una nuova usando il tessuto intestinale.
Un mese di ospedale con un’infinità di tubi che entravano nel mio corpo. Piano, piano cominciano a liberarmi dei corpi estranei e mi riavvicino alla normalità. Vengo dimesso e, appena in grado di muovermi un po’, vado al patronato per vedere come posso risolvere la mia situazione contributiva/lavorativa dato che ormai era finito anche il periodo di corresponsione di indennità di disoccupazione. Con qualche dubbio mi viene proposto di fare domanda di invalidità per vedere se magari, visti gli ultimi sviluppi sanitari e quelli già precedenti che mi avevano fruttato una invalidità del 45%, magari si poteva fare qualcosa.
Improntata la pratica, dopo un certo periodi di tempo vengo chiamato dall’ASL prima e dall’INPS poi per le regolari visite mediche. Come in uso non mi viene comunicato verbalmente alcunché, devo attendere la comunicazione postale per vedere gli eventuali riconoscimenti. Passa all’incirca un mese (un po’ più, un po’ meno, non ricordo) e alla fine ecco il colpo di “fortuna”, arriva la lettera con il riconoscimento di invalidità all’85%, quindi avente diritto all’assegno INPS di invalidità. Mi viene riconosciuta una somma di poco superiore a 1150 euro mensili, solo due o trecento euro in meno dello stipendio ultimo percepito!
Mi ritengo fortunato anche se sono (da più di un anno) costretto a portare pannolini per 24 ore su 24 per via dell’incontinenza che non accenna minimamente a migliorare. L’erezione è un fenomeno che ormai è divenuto sconosciuto (malgrado nella testa sia più che attivo il desiderio). Ma però riesco a vivere con la mia pensione e con quella di mia moglie (altri 450 euro – prende la minima). Non faccio nessun genere di follie (pago un’affitto per l’appartamento che occupo nell’hinterland milanese che la pensione di mia moglie non copre), ma mi reputo fortunato: a 62 anni sono in pensione e riesco a condurre una vita quasi normale (a parte i problemi fisici).