Venti di guerra tra Iran e Arabia Saudita, tra sciiti e sunniti… Cosa succede e perché?
di Fausto Carotenuto
Le 46 esecuzioni da parte dei boia sauditi stanno infiammando il mondo islamico. Messi a morte diversi elementi di confessione sciita, ed in particolare l’Imam Al Nimr, leader della minoranza sciita in Arabia Saudita.
A Teheran, culla dello sciismo, le reazioni sono rabbiose e la folla ha assaltato la sede diplomatica di Riad.
L’Imam Khamenei parla di “punizione divina” imminente sulla monarchia saudita, di confessione sunnita.
I sauditi hanno risposto rompendo le relazioni diplomatiche con Teheran e accusando l’Iran di sostenere il terrorismo.
Chi ha ragione?
Hanno ragione e torto tutti e due: si tratta di due regimi barbari, sostenitori di due terrorismi in competizione tra loro, tra i massimi torturatori del mondo, in dispregio totale dei diritti dell’uomo, dipendenti da due piramidi oscure mondiali in competizione. Retti da due oligarchie corrotte e legate ai peggiori gruppi trasversali internazionali.
Sunniti e sciiti si confrontano aspramente da secoli su due diverse interpretazioni dell’Islam: per i sunniti è il consenso tra i fedeli che genera la struttura religiosa, e non esiste un principio di autorità centrale. Per gli sciiti invece un principio di autorità centrale esiste e deriva dalle linee di parentela e discendenza dalla famiglia di Maometto. Una sorta di “papismo” sciita e di “protestantesimo” sunnita. In fondo solo due modi diversi di esercitare il medesimo principio di autorità.
Su queste basi i gruppi di potere alla guida delle due fazioni si combattono da secoli, senza esclusione di colpi, con alterne vicende. I sunniti sono diffusissimi in tutto il mondo islamico, mentre gli sciiti, minoritari, sono molto forti in Iran al punto da dominarlo politicamente, sono la maggioranza al governo in Iraq, e sono minoranze importanti nel sud del Libano, nello Yemen, e nei vari stati che si affacciano sul Golfo Persico.
Negli ultimi decenni la formazione di una repubblica sciita in Iran, dopo la detronizzazione dello Shah, ha posto anche politicamente ed economicamente una di fronte all’altra due potenze petrolifere a livello mondiale e politico-economico-militare a livello regionale. Ma ha posto di fronte anche le due maggiori potenze “religiose” in ambito islamico: l’Iran come guida indiscussa degli Sciiti e l’Arabia Saudita come “cuore” del mondo sunnita in quanto custode dei luoghi santi della Mecca e Medina.
A livello più generale abbiamo più volte evidenziato come i grandi poteri oscuri abbiano bisogno di costruire continuamente conflitti mondiali da usare per determinare vertici di odio e di paura. Conflitti e crisi che ostacolano la crescita della coscienza umana e che consentono di determinare emergenze utili a condizionarci e controllarci meglio. E come da tempo quei poteri abbiano deciso di sostituire il vecchio confronto Est-Ovest con il “conflitto mondiale di culture”, basato in particolare sullo scontro “religioso-culturale” tra Oriente e Occidente. La vera e propria Terza Guerra Mondiale ormai in corso e fatta di false rivoluzioni, di terrorismo creato ad arte, di guerre civili indotte, di ondate di immigrazione forzata, di reazioni occidentali teleguidate, ecc…
All’interno della quale alimentare una serie di conflittualità: tra Islam e Occidente, tra Occidente e Russia, tra Israele e Islam, nell’Islam tra sunniti e sciiti, e tra le diverse correnti di queste confessioni, ecc…
Lo scontro interislamico tra Arabia Saudita e Iran fa parte di questo quadro, viene fomentato da tempo dai poteri di manipolazione mondiali, ed è già in atto sul campo. Truppe iraniane sono presenti in Siria, Iraq e Yemen a sostegno dei propri alleati, direttamente a confronto con forze ribelli sostenute economicamente, politicamente e militarmente da Riad.
L’Arabia Saudita teme la presenza sciita e l’infiltrazione iraniana nelle proprie regioni orientali e negli emirati del Golfo Persico, e per questo persegue e sostiene la repressione brutale di queste minoranze. Teme gli effetti della guerra interna in Yemen, ai propri confini, che vede l’Iran sostenere gli Houthi sciiti e interviene militarmente bombardando con la propria aeronautica. Teme l’influenza di Teheran sul governo iracheno a maggioranza sciita ed sugli alaouiti al potere in Siria, e sostiene l’ISIS e gli altri ribelli in funzione anti-Baghdad ed anti-Damasco. Teme la distensione tra Iran e Occidente sul nucleare, che riapre le porte all’esportazione massiccia di petrolio iraniano e migliora la posizione politica mondiale di Teheran. E cerca di sollevare i toni della crisi per intorbidare le acque ed obbligare i vecchi alleati occidentali a sostenere Riad contro gli iraniani.
Teheran teme il rafforzamento del contesto sunnita, teme l’isolamento, teme di perdere la propria influenza nei territori dove sono presenti sciiti e le proprie alleanze di base, come quella con la Siria di Assad. Teme lo strangolamento da parte del vecchio asse occidente-sunniti, che ha le sue origini ai tempi di Lawrence d’Arabia. Per questo ha fatto di tutto per migliorare le relazioni con l’Europa e con Washington e con successo ha intrecciato una vera e propria alleanza, anche sostanzialmente militare, con la Russia di Putin.
Mentre i sauditi si sono fatti recentemente promotori di una grande alleanza militare di 34 Paesi sunniti, in funzione soprattutto antisciita.
Ed ora sembra proprio che i poteri dietro le quinte abbiano deciso di imprimere una accelerazione allo scontro tra Iran e Arabia Saudita, ed è come se i due facessero di tutto per arrivare allo scontro militare diretto: una ulteriore fiammata di violenza, odio e paura.
Nulla di nuovo: eventi drammatici creati dai poteri anticoscienza mondiali per coinvolgere le nostre anime in vortici di sentimenti bassi.
Quale è il nostro compito, il compito delle coscienze in risveglio?
Conoscere bene quello che sta accadendo ed il suo senso, proprio per non farsi coinvolgere. Proprio per poter dire a se stessi e agli altri:
“Volete oscurare e bloccare la mia interiorità con sentimenti bassi, paure, rabbie, odio, ansie? Non ci riuscirete. Mi concentrerò sul Bene che posso fare intorno a me, nel mio raggio d’azione. Proverò compassione per le vittime innocenti dei vostri intrighi. Lavorerò per svelarli e cercherò di costruire con le mie mani una società migliore, là dove posso con le mie forze. Non mi farò distrarre dal mio compito di vita. Non avrete il mio consenso all’odio, alla rabbia, alla guerra… Non accetto il vostro gioco infernale. Voglio giocare il mio, il nostro… in contatto con il Cielo. Il gioco del Bene ! “
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