Un prezioso insegnamento di Huxley
di Enrico Carotenuto
Aldous Huxley è stato, insieme a George Orwell, lo scrittore di fantascienza del novecento che più si è interessato alla sociologia, ma anche alla filosofia. Autore nel 1931 del famosissimo “Brave New World”, è stato in un certo senso un precursore di Orwell. Huxley è stato anche un uomo in costante ricerca spirituale. La citazione che trovate poco più sotto è una piccola, ma preziosissima summa del percorso per una sana crescita spirituale e dei pericoli in cui si può incorrere. Assolutamente da leggere e tenere a mente.
“Oscuramente noi sappiamo veramente chi siamo. Da ciò il dolore di dover sembrare ciò che non siamo, e da ciò l’appassionato desiderio di superare i limiti di questo io che ci imprigiona. L’unica autotrascendenza liberatrice è attraverso l’altruismo e la docilità all’ispirazione (in altri termini, l’unione col Figlio e con lo Spirito Santo) nella coscienza di quell’unione col Padre in cui, senza conoscerla, abbiamo sempre vissuto. Ma l’autotrascendenza liberatrice è piú facile a descriversi che a raggiungersi. Per coloro i quali sono trattenuti dalle difficoltà di una ascesa, vi sono altre alternative meno ardue. L’autotrascendenza non è affatto invariabilmente verso l’alto. Infatti, in molti casi, essa è una scappatoia sia verso il basso in uno stato al di sotto della personalità, oppure orizzontalmente in qualche cosa di piú vasto dell’io, ma non piú alto, non essenzialmente diverso. Noi cerchiamo sempre di mitigare gli effetti della caduta collettiva nell’isolamento dell’io, con un’altra caduta strettamente privata nell’animalità e nel disordine mentale, oppure con qualche altra autodispersione piú o meno stimabile nell’arte o nella scienza, nella politica, nel lavoro o nel divertimento. Inutile dire, questi surrogati dell’autotrascendenza verso l’alto, queste fughe in surrogati subumani o meramente umani della Grazia, sono nella migliore ipotesi insoddisfacenti e nella peggiore, disastrosi.” (Aldous Huxley, I Diavoli di Loudun III, 2; 1960, p. 77)