Da ieri il PD è ufficialmente di destra: vincono le forze anticoscienza
di Fausto Carotenuto
Vittoria schiacciante ieri di Renzi alla Direzione del PD. Le sue tesi sulla riforma del lavoro passano con una maggioranza enorme di 130 voti, mentre la minoranza di Bersani e D’Alema si ritrova a contarsi con soli venti voti.
Le tesi esposte da Renzi, e che saranno la base della riforma del lavoro, sono quelle della destra più retriva. Simili a quelle della Thatcher, certamente ispirate dai conservatori americani e dagli ambienti finanziari euromodialisti. Tanto è vero che la destra italiana, in questo stranamente coerente, appoggia con tutto il cuore le tesi di Renzi.
Non è che Bersani e D’Alema fossero propriamente veramente di sinistra. Li abbiamo sempre visti proni a oscuri poteri superiori. Ma ieri è caduta la foglia di fico del dichiararsi di sinistra. Da ieri è caduta l’esigenza del PD – ex Ds – ex PC, di dover comunque fare delle politiche che, almeno marginalmente, fossero maggiormente favorevoli ai lavoratori ed alle classi più deboli.
Una volta potevi dire: questa classe politica è orribile, ma per motivi di manipolazione delle masse, una parte si dichiara di destra e fa politiche maggiormente favorevoli alle classi più ricche, ed una parte si dichiara di sinistra e – per avere voti – è costretta a delle politiche almeno marginalmente favorevoli alle classi e categorie più disagiate.
E quindi, al momento di votare, potevi scegliere tra una destra marginalmente più favorevole ai ricchi, ed una sinistra marginalmente più favorevole ai poveri.
Renzi sta rapidamente rottamando quest’ultima differenza.
Renzi sta portando alle conseguenze di scelte politiche quella che è ormai una realtà: la gran parte dello schieramento politico è favorevole al grande capitale internazionale, alla grande finanza ed alle loro emanazioni economiche ed industriali sul nostro territorio.
Il nostro voto significava poco… ora rischia di non significare più nulla, se non fornire l’ alibi di parvenza democratica ad un sistema che di democratico non ha più niente. Dopo che la finanza mondialista ha comprato la gran parte della nostra classe politica, di qualsiasi colore.
Quel pochissimo di democrazia che ancora c’era, sta diventando uno spettro a completa e totale disposizione dei poteri oscuri mondialisti ed eurocentrici.
E vorremmo poi sottolineare un tema molto importante: quello del senso del lavoro dal punto di vista spirituale, per capire cosa sta facendo Renzi per conto dei suoi veri padroni.
Il lavoro è idealmente un atto d’amore. E’ il talento di ognuno messo a disposizione di tutti. Attraverso il lavoro ogni individuo deve poter mettere a disposizione degli altri i propri talenti e le proprie qualità creative. Il lavoro non può essere considerato nei termini di una merce, e va retribuito tenendo comunque conto delle incomprimibili esigenze della persona, che vanno salvaguardate dallo Stato. Il lavoro non è un fattore economicamente negoziabile.
Sappiamo che non è ancora così, che questi principi, tratti dal programma di Coscienze in Rete, sono un ideale da perseguire. Ma è chiarissimo come le riforme proposte da Renzi, vanno contro questa direzione. Vanno in senso peggiorativo della attuale situazione dal punto di vista spirituale.
Vanno in senso antispirituale.
Ad esempio, con la riforma dell’art. 18 Renzi vuole introdurre la possibilità di licenziare anche senza giusta causa nelle imprese con oltre 15 lavoratori. Significa che un giudice potrà anche stabilire che le motivazioni di un licenziamento sono false, ma non potrà imporre il reintegro del lavoratore nella sua funzione. Al massimo il lavoratore verrà compensato economicamente.
Qui il problema di principio è evidente e devastante: non il lavoratore in sé viene considerato, ma il suo controvalore economico. Qualsiasi problema umano viene risolto con i soldi. Un imprenditore potrà gettare sul lastrico una persona, anche ingiustamente, purchè paghi qualcosa. A prescindere da qualsiasi considerazione umana e di giustizia.
Questa riforma tende ad accentuare ulteriormente il fatto che i lavoratori non sono esseri umani, ma merce. Sono un fattore economico, non un fattore umano.
Chi ispira questo tipo di riforme non lo fa solamente per motivi economici, ma per introdurre nuovi elementi anticoscienza. Per tentare di trasformarci sempre di più in macchine, in ingranaggi del meccanismo economico. Per toglierci umanità.
Ormai questa è la direzione delle forze oscure che dirigono la politica e la finanza del mondo.
La nostra risposta può solo essere quella di rendersene conto e di sviluppare ancora di più la propria personale creatività a favore di quello che ci circonda.
Non facciamoci trasformare in macchine: sviluppiamo una economia umana, una economia della coscienza, che mette al centro il fattore umano.
Cominciamo dall’economia, dai fattori economici e umani che sono intorno a noi. Là dove noi abbiamo ancora una qualche capacità di scelta. Dai nostri comportamenti come imprenditori etici, come lavoratori etici, come creativi etici…
Ognuno di noi è il cambiamento positivo possibile… non verrà dai politici attuali.
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Questa poi è la nostra proposta ideale, nell’ambito dell’organizzazione dello Stato, tratta dal Programma di Coscienze in Rete:
Economia e Lavoro
Le attività economiche sono al servizio della crescita delle coscienze e del bene comune. Non sono un valore in sé, in nome del quale gli individui debbano adattare e comprimere la libera espressione del proprio spirito. Le attività economiche vanno intese come scambio di beni e di servizi tra persone, allo scopo di assicurare le condizioni di base per una libera evoluzione delle coscienze.
Il lavoro umano immesso nel sistema economico è la manifestazione dell’amore degli individui nei confronti della società. Attraverso il lavoro ogni individuo deve poter mettere a disposizione degli altri i propri talenti e le proprie qualità creative. Il lavoro non può essere considerato nei termini di una merce, e va retribuito tenendo comunque conto delle incomprimibili esigenze della persona, che vanno salvaguardate dallo Stato. Il lavoro non è un fattore economicamente negoziabile.
Lo Stato assicura l’equità dei tempi, dei modi e della retribuzione del lavoro. Ma non si ingerisce nella circolazione e nello scambio dei beni e dei servizi. Vanno in questo ambito favorite in ogni modo le associazioni tra produttori, distributori e consumatori. Tali da facilitare la progressiva formazione di un sistema economico non basato sulla competizione egoistica, ma sull’armonico scambio dei risultati del lavoro di ognuno, in base alla solidale e comune considerazione delle esigenze di tutti i partecipanti ad ogni singolo raggruppamento di interessi economici.
Per passare gradualmente da una economia aspra, competitiva ed egoista ad una economia espressione dell’amore umano. Nella quale l’essere umano sia al centro del sistema, e non un semplice ingranaggio funzionale a poteri a lui estranei, ed ognuno trovi la sua giusta collocazione in base alle proprie capacità ed ai propri talenti. Va inoltre favorita ed esaltata in ogni modo, attraverso le sfere culturali ed educative, la coscienza del ruolo fondamentale del lavoro di ognuno a beneficio della intera comunità.
E vanno favorite in ogni modo una cultura ed una prassi economica sostenibili, che non sacrifichino alla predazione umana gli equilibri cosmici, di Madre Terra e di tutte le creature che ne fanno parte.
La crescita economica non è un valore in sé. La vera ed unica crescita di cui si occupa il grande progetto spirituale nel quale siamo immersi è la crescita delle coscienze di tutti. L’evoluzione della coscienza non corrisponde ad una indefinita e dissennata crescita dei consumi materiali. Che è invece sempre più spesso di ostacolo alla evoluzione interiore, fonte di distorsioni profonde del sano sviluppo della società umana e causa principale della predazione irrazionale delle risorse di Madre Terra.
Il sistema monetario e quello finanziario e bancario devono porsi al servizio dell’economia reale, che a sua volta è al servizio delle coscienze umane. Non possono quindi assumere un ruolo di dominio e di guida della vita umana. Uno Stato libero da compromissioni con finanza ed economia ha il compito di limitare in modo equo e fermo le rispettive sfere di competenza. Confinandoli al ruolo di servizi resi alla comunità, ai quali spetta una giusta retribuzione per il lavoro svolto, e null’altro.
La “massa critica” umana dei risvegli di coscienza, ancora minoritaria, sta già cominciando ad entrare nell’economia. Dovrà progressivamente sviluppare propri sistemi integrati di produzione, distribuzione, consumo e relativa circolazione monetaria, armonizzati al loro interno sulla base dell’amore e della solidarietà reciproca. Per la formazione di modelli virtuosi, dal punto di vista morale e della efficacia pratica, da proporre alla libera scelta del resto della comunità umana. Nei quali la solidarietà e l’amore reciproco si sostituiscano alla competizione egoica ed ad un sistema fatto di “vincitori e perdenti”. Nei quali la paura e l’ansia per il futuro siano sostituiti dal calore dell’amore reciproco e dalla fiducia nella solidarietà e nel sostegno della rete delle coscienze umane.
Tali sistemi armonici partiranno dalla valorizzazione delle economie locali, per espandersi gradualmente a sistemi più generali e complessi.
La politica dovrà assicurare sostegno e garantire totale libertà di sviluppo a questi sistemi armonici coscienti. E favorirà ogni tipo di informazione e sensibilizzazione relativa ai vantaggi insiti in queste nuove forme di economia solidale.