Serve molta intelligence
di Enrico Carotenuto
Durante la trasmissione “Otto e Mezzo” del 3 aprile, Matteo Renzi ha dichiarato che l’Eni ha legami importanti con i nostri servizi.
E questo sarebbe un Primo Ministro? Povero cocco di mamma… non glielo hanno spiegato che un governante non parla pubblicamente delle attività dei servizi segreti? Si è chiesto perchè si chiamano “segreti”?
Intendiamoci, che l’Eni sia una struttura alla quale si appoggiano i nostri servizi, lo sa chiunque si sia anche solo accostato al mestiere. E’ un segreto di pulcinella. La stessa cosa è vera per tante altre grandi società in giro per il mondo, petrolifere, grandi farmaceutiche, insomma qualsiasi società multinazionale potente è una miniera d’oro di intelligence, ed è normale che si facciano favori reciproci con i vari servizi, e ci sono società tradizionalmente legate ad un paese piuttosto che a un altro. Quindi Renzi non ha sputtanato nulla in realtà: nel mondo degli affari veri, lo sanno tutti chi è l’Eni, come tutti sanno chi è Halliburton, o Bechtel, o Total, o Gazprom, ecc.
Certo però che dirlo così apertamente è come mettere un bollino nero su qualsiasi attività e su tutti gli uomini dell’Eni. Bel lavoro Matteo!
Già immagino frotte di poveri ingegneri costretti a giustificarsi con le mogli in scene tipo: “Mi hai detto che stavi lavorando alla piattaforma e invece ti divertivi a giocare a James Bond, eh? – Ma no cara, ti giuro che progetto sistemi di pompaggio!”
Comunque sia, l’ex-sindaco ha fatto una di quelle cose che non si fanno mai. Dicendo così ha dato una scusa a chiunque voglia estromettere Eni da una gara, e potrebbe addirittura aver messo a rischio l’incolumità di alcune persone.
Insomma, il caro Matteo fa bene a difendere l’intelligence: è il primo ad averne disperato bisogno.
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