La penosa favoletta della ministra pietosa
di Fausto Carotenuto
In Parlamento dice che lei non ha fatto ai Ligresti alcun favore che non avrebbe fatto a chiunque altro in difficoltà.
Ma davvero?
Nella sua vita un crescendo di incarichi di tutti i tipi. Prefetto, commissario di qua e di là, di sopra e di sotto, ministro di su e di giù… Andava sempre bene a tutti, destra e sinistra… E andare bene a tutti in Italia significa andare bene a poteri trasversali…
Un figlio dalla carriera strabiliante, il giovane signor Peluso, che per 14 mesi di lavoro alla FONSAI dei Ligresti, che affonda, prende 3,6 milioni di euro di buonuscita. E che poi va alla Telecom, alla quale Lei, come ministro degli Interni ha assegnato un criticato contratto. E del pargolo d’oro l’intercettata Ligresti dice: “E’ stato messo dalle banche e si è preso cinque milioni”…
Uno “che ha distrutto tutto”, uno “talmente protetto” che dopo aver incassato “cinque milioni e mezzo” da FONSAI “figurati cosa gli daranno in Telecom”. E ancora “sto Peluso che è entrato da noi un anno, è uscito con cinque – rivela al telefono a una amica – ieri gli hanno deliberato in consiglio la buona uscita di cinque milioni e mezzo capito? Tutto è stato deciso dalla banche, noi ci fanno il mazzo, infatti c’era lì una persona che lì con mio papà, diceva, se quel nome o quei soldi fossero stati deliberati per te o per me o per Paolo, per qualcuno, il giorno dopo dal consiglio veniva fuori una denuncia, per questo qui che è entrato, ha distrutto tutto eh, è venuto ha avuto il mandato come se tu entri in una azienda svalorizzi tutto, distruggi tutto, fai in modo che, che uno se la può prendere zero, e poi si vedeva che era uno mandato, è uscito appena fatta con cinque milioni e mezzo”.
Poi quando i Ligresti passano i guai e vengono arrestati, la ministra pietosa telefona a mamma Ligresti e si mette a completa disposizione. A completa disposizione di gente incriminata per gravi reati…
In un paese civile non avrebbe aspettato, e per decenza e rispetto dei cittadini si sarebbe dimessa non appena resa nota la notizia della sua messa a disposizone dei Ligresti.
Ma nell’Italia delle cordate, delle lobbies, delle massonerie e dei superordini religiosi questo non è previsto. Perchè i cittadini fuori da cordate e poteri non sono una lobby, ma vengono considerati in modo sprezzante sudditi privi di valore…
E lei non si dimette, come sarebbe suo dovere morale, ma lo farà solo se la buttano giù dalla poltrona a viva forza.
Perché quello che fa, lei lo fa col cuore… per amore…
Ci crediamo! Ma per amore di chi? Di cosa?
Troppo facile la risposta, e non ci piace.
Verrà un giorno in cui i governanti saranno scelti per il loro senso della verità e della giustizia, per il loro autentico spirito di servizio non verso i potenti ma verso chi più ne ha bisogno. Mettendo il cuore dove serve, non dove ci pare…
Rispetto a questa visione del futuro, osservare la caricatura di stato che emerge da questa vicenda, ci dà la misura di quanta strada dobbiamo fare per inserire l’etica in politica.
Ma dobbiamo farlo. Non possiamo accontentarci di essere amministrati in questo modo.
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