Falcone, l’albero e il sogno.
Un sogno inviatoci da una di noi, Maura Mancini.
Ho fatto un sogno. Un albero grosso, grande, alto…
Le sue radici erano lunghissime, i suoi rami arrivavano fino in cielo. Ma la cosa più particolare era la luce che emanava, una luce che partiva proprio dalle radici per poi propagarsi fino ai rami, una luce che non aveva nulla di naturale.
A guardarlo bene, sui rami e tra la chioma si scorgevano migliaia di milioni di facce, per lo più a me sconosciute, ma che avevano tutte – ma proprio tutte – un sorriso pieno d’amore. La sensazione di pace che provavo guardandole non l’avevo mai provata.
Tra questi volti uno mi colpiva, quello del Giudice Giovanni Falcone e a lui rivolsi le mie parole. “Giudice, cosa fa qui e chi sono quelli che si trovano con lei?” “Sto qui per dare ancora il mio contributo al mondo che è tutto raccolto in questo albero. Tutti quelli che vedi lo alimentano con il loro speciale Amore, quello diretto al prossimo, chiunque questo sia. Sono morto, siamo morti per questo. Credevo di poter sconfiggere, con le mie armi umane, una parte di quell’esercito di cui si serve il Male, servendomi dei soli mezzi leciti messi a mia disposizione: leggi degli uomini e Amore per gli uomini. Qualcosa ho fatto, avrei voluto fare di più ma non ho potuto. E oggi, da qui, cerco di mandare l’Amore a tutti quegli individui di buona volontà che cercano, quotidianamente, di portare avanti quel compito che io mi scelsi in un tempo remoto.
Siamo tanti così come sono tanti gli abitanti del pianeta che stanno riaccendendo o alimentando quella luce che è dentro di loro. Fallo anche tu e vedrai che tu sarai migliore, il mondo sarà migliore”.
Su quelle parole mi sono svegliata, la sensazione di pace provata nel sogno continuava a pervadermi corpo e mente. E poi mi è venuta in mente l’immagine di quello che chiamano l’albero di Falcone, una magnolia cresciuta davanti la casa di Giovanni Falcone dove dal lontano 1992, anno della sua morte, cittadini del mondo si recano a lasciare un fiore, uno scritto, una preghiera.
Hanno cercato di distruggerlo, negli anni, quell’albero. Ma io adesso so che l’Albero, non morirà mai, e – se lasciamo accesa quella Luce – neanche noi…