IRAN: un moderato alla presidenza nel regime dei gattopardi
di Fausto Carotenuto
Dopo anni dal volto truce, e francamente preoccupante, del Presidente Ahmadinejad, ora arriva il “bonaccione” Hassan Rohani. Prete dalla faccia tonda e sorridente. Dai modi gentili ed uso promettere a tutti cose buone.
E subito l’occidente esulta: è arrivato il “buono”… ed ora cambierà tutto!
Speriamo bene. Ma il clero iraniano, che da 35 anni occupa il potere in Iran con grande forza e ferocia, è specializzato in un certo tipo di manovra: il gattopardismo. Fare finta di cambiare, perché poi nulla veramente cambi.
Mostrare facce diverse, cattive o buone, rivoluzionarie o moderate… pur di mantenere il potere in questo difficile e popoloso Paese.
Questo Presidente si richiama alle presidenze “moderate” Rafsanjani e Khatami.
Rafsanjani fu abilissimo a mantenere il paese sotto pressione, a bilanciare i vari poteri, e a tenere saldamente sotto controllo il paese con una repressione durissima e feroce, ma mantenendo sempre il volto sorridente. Questo gli consentì di depredare il più possibile l’economia iraniana, di arricchire in modo smisurato la propria famiglia eliminando brutalmente gli ostacoli, e di sopravvivere – sia pure ora indebolito – ad ogni scandalo.
Khatami diede molte speranze alla parte migliore della popolazione, ma non fece sostanzialmente nulla, se non coprire l’avvento di una vera e propria dittatura militare priva di scrupoli nelle mani dell’Imam Khamenei e dei Pasdaran. Che poi ebbe la sua realizzazione alla luce del sole con il successore Ahmadinejad.
Ora la durezza e il fanatismo di Ahmadinejad, uniti alla crisi economica, non andavano più bene per tenere il Paese sotto controllo. Era meglio puntare di nuovo su un volto nuovo e rassicurante: la migliore garanzia per gestire e coprire le perduranti nefandezze di una vera e propria oscura dittatura islamico-militare.
Lo stesso Rohani, il nuovo presidente, non è sbarcato dalla luna. Ha condiviso tutti questi decenni di regime brutale, sanguinario e repressivo, e sempre in posizioni di rilievo e di prestigio. E’ tutt’altro che un agnellino. E’ solo il volto sorridente e maggiormente presentabile di un regime sanguinario e brutale, nel quale la parola “libertà” viene massacrata e torturata ogni giorno nella carne della popolazione.
Speriamo qualcosa cambi veramente per un popolo che troppo ha sofferto negli ultimi decenni. Solo perché oscuri poteri mondiali volevano porre al centro del Medio Oriente un vortice oscuro di odio e di paura ed un elemento di instabilità regionale da adoperare a piacimento.
In Iran c’è tanta gente per bene, ci sono tanti intellettuali, tantissimi giovani che vogliono migliorare il mondo e ritrovare la libertà. Che il vento della Storia soffi finalmente a loro favore!
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