Paola Lo Sciuto
A quel mondo dell’arte contemporanea in cui si consumano biennali e mostre che non riescono a suscitare nessuna emozione se non quel sentimento di profondo sconforto per una espressione umana arrivata al capolinea, divorata dalla convenzione delle forme pensiero dominanti e sotto la dittatura economica e mediatica, noi di Coscienze In Rete preferiamo, per amore della positività, quel bisogno irrefrenabile di creare da parte di uomini e donne che non stanno nei canoni della così detta normalità, che non sono artisti per mestiere ma vivono uno stato di alterazione così detta patologica, ma che ci sembra, a dispetto di tutti, riuscire a comunicare emozioni reali e sincere. Si tratta di opere che incredibilmente sono meno terrifiche, meno spaventose delle paranoie ostentate dell’artista contemporaneo. Forse, perché l’intento è puro. forse perché non pretende nulla e non chiede, rivela al mondo il proprio stato. La propria condizione.
C’è una collezione d’arte unica nel suo genere, di fama internazionale, si tratta dell’ art brut di Losanna. La collezione si compone di opere nelle quali il curatore, Jean Dubuffet, rintraccia l’arte liberata dai suoi condizionamenti culturali e sociali, “un’operazione completamente pura, cruda e brutale, reinventata in tutte le sue fasi esclusivamente dagli impulsi dell’artista. Impegnata a ricercare l’arte ai margini delle pratiche artistiche tradizionali.”
Noi ci auspichiamo che gli artisti di domani riescano a ritrovare la strada della verità della creazione libera e sapiente, che guarda alla possibilità di operare nell’arte beneficiando chi guarda. Per il momento alla mortalità e alla obsolescenza di ciò che vediamo nelle mostre ufficiali, preferiamo ( ma non solo ) ” l’arte brutale” della particolarissima collezione Francese. E’ il bisogno dell’uomo di esprimersi attraverso il fare artistico, quell’arte che tutti dovrebbero poter fare, perché stare in un processo creativo aiuta tantissimo l’anima e la mente, e in molti casi le opere realizzate possono anche aiutare il fruitore e funzionare da specchio.
Il museo de l’Art Brut, inaugurato nel 1976, oggi vanta oltre 63.000 opere di 400 autori. Gli autori delle opere della collezione sono soggetti psicotici e autistici, i quali attraverso la creazione si rifugiano nei loro mondi immaginari, labirinti della mente, sono terreni per elaborare le proprie ossessioni, ed emozioni.
La devianza e l’isolamento autistico evidenziano una singolarità d’espressione al punto che, quando il creatore si addentra gradualmente nella sua impresa immaginaria, fugge dal campo culturale e dalle norme mentali per produrre un messaggio, non necessariamente decifrabile, originato da un impulso crudo, violento, prepotentemente vero.
Le opere non sono, nella loro progettazione e nella loro tecnica, per nulla intaccate dalle influenze della tradizione artistica e dal contesto culturale. Gli autori applicano materiali mai utilizzati in precedenza, ignorano il know-how e i principi della rappresentazione istituiti per il linguaggio figurativo, non aspirano a comunicare, almeno non secondo le regole del mercato dell’arte.
Il processo creativo si innesca così come un episodio psicotico, articolando se stesso in base ad una propria logica, come una lingua inventata, che non obbedisce a nessuna richiesta, che resiste a qualsiasi suggerimento comunicativo e che trova la sua motivazione forse nel movimento inconscio di trasformazione ed espressione dei propri demoni .
http://www.artbrut.ch/fr/21070/collection-art-brut-lausanne