La questione dei Marò: una tragica operetta
Redazione
La gestione della vicenda dei Marò sa di muffa, di stantio, di piccoli, vecchi e pericolosi nazionalismi… e di bugie.
Dal Sole 24 Ore del 18-3-2013
L’ambasciatore italiano a New Delhi, Daniele Mancini, non ha titolo all’immunità diplomatica: lo ha sentenziato la Corte Suprema indiana, che giovedì scorso aveva già ordinato al massimo rappresentante dell’Italia di non lasciare il Paese dopo la decisione del governo di Roma di non far rientrare in India i due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati dell’omicidio di altrettanti pescatori, e il cui permesso speciale scadrà comunque solo il 22 marzo. «Una persona che si presenta in aula e formula una promessa del genere», ha dichiarato il presidente della Corte, Altamas Kabir, «non gode di alcuna immunità». A quanto si apprende, Mancini non era presente in aula: all’udienza hanno presenziato soltanto i suoi due avvocati indiani, uno dei quali ha ribattuto ricordando come il diritto internazionale riconosca l’immunità dalla giurisdizione ai rappresentanti ufficiali degli Stati stranieri, ai quali accorda altresì piena libertà di movimento.
Il nostro commento:
Tutti e due i Paesi, sia l’Italia che l’India, si sono posti dalla parte del torto: l’Italia venendo meno ad una solenne promessa – quella del rientro dei fucilieri dopo il permesso elettorale – e l’India venendo meno alla Convenzione di Vienna sulla immunità diplomatica. Che dire? Gli stati si comportano male… perché le classi politiche che li dirigono piegano il diritto e l’onore ad esigenze interne e di parte.
Quello che fa male a noi italiani é che le nostre autorità non parlino mai delle poverissime vittime di questa vicenda. E che non sia stata fatta alcuna inchiesta italiana per definire se veramente questi due Marò hanno ucciso i pescatori indiani e perché. Nessuno da noi si occupa delle vittime indiane, ma solo dei cavilli giuridici, dell’onore italiano offeso dagli indiani…
E’ onorabile chi si occupa dei più deboli…. Delle vittime… e cerca di capire come stanno le cose.
Se i pescatori indiani sono stati uccisi, avremmo da tempo dovuto definire noi se questo è per colpa di due fucilieri dal grilletto facile oppure di chi ha dato loro degli ordini impropri. L’unica cosa che non dovevamo fare è trattare da eroi i marò e da cattivi gli indiani che cercano di fare giustizia per i pescatori e le loro famiglie…
Siamo ancora incastrati in un drammatico nazionalismo da operetta…
Avete mai visto sui giornali italiani una sola foto delle famiglie delle vittime?
Esiste poi anche una interpretazione più maliziosa: i due governi, non sapendo come sbrogliare la vicenda, si sono messi d’accordo per una sceneggiata, per una litigata finta che innalzasse i toni, che desse soddisfazione alla opinione pubbica indiana con qualche atto apparentemente forte, come la revoca della immunità all’ambasciatore. Per poi affidare tutto ad una qualche pilotata commissione di arbitrato internazionale che acquetasse tutto. E così i marò rimarrebbero in Italia con soddisfazione del Governo Italiano, e il Governo Indiano salverebbe la faccia di fronte ad una opizione pubblica giustamente adirata.
Anche in questo caso, sempre una tragica operetta sulle spalle delle vittime…
Vedi anche l’articolo precedente: https://coscienzeinrete.net/politica/item/999-il-trionfo-dei-mar%C3%B2-non-%C3%A8-un-po%E2%80%99-troppo
Può interessarti anche: