David Rossi, una morte significativa?
di Enrico Carotenuto
Ogni volta che c’è un crack bancario, finiscono per morire anche persone fisiche.
Ieri si è ucciso, o almeno così ci dicono, David Rossi, portavoce di MPS, in pratica il responsabile delle comunicazioni di Giuseppe Mussari, l’AD indagato ed indicato come responsabile del crack MPS.
Se il ritrovamento del cadavere di Rossi non fosse avvenuto a Siena, ma a Palermo, il significato di questo “suicidio” sarebbe chiaro per tutti.
Ma perchè Rossi avrebbe dovuto suicidarsi? Se faceva il responsabile della comunicazione, aveva ben poco a che vedere con le manovre che hanno portato al colossale indebitamento di MPS. In pratica, non rischiava nulla. Difatti, pur avendo subito perquisizioni, come è normale che sia, non era indagato.
“Ho fatto una cavolata”. Questo sarebbe il biglietto, trovato appallottolato in un cestino, che ha lasciato alla moglie. Anche qui, vi sembra tutto normale?
Anche in questo caso viene da pensare che se fossimo a Palermo invece che a Siena…
Poi sovviene: nel mondo “massonico” (e qui per massonico, si intende tutte quelle piramidi che operano dietro le quinte nel mondo delle banche), è d’uopo lasciare messaggi agli avversari esattamente allo stesso modo in cui al sud si scambiano i messaggi le piramidine degli “uomini di panza”. Per esempio, se prendiamo il caso Calvi, il cadavere è stato rinvenuto in un luogo specifico, il ponte dei Frati Neri, ed erano presenti i simboli classici dell’esecuzione massonica: corda e mattone.
Ma in quel caso, la morte fu del “capo” del Banco Ambrosiano. Ovvero, Calvi sapeva tutto: che fine avevano fatto i soldi, e per conto di chi si era mosso e con quale scopo. Non è così in questo caso. In fondo il povero Rossi era un addetto stampa glorificato: uno il cui compito era essere il volto pubblico di MPS. Non era certo lui a gestire la banca. Perchè suicidarsi? E perchè non lasciare almeno una spiegazione alla moglie?
Questa morte sembra essere un avvertimento di livello più basso, ad hoc per i dirigenti della banca. Sembrerebbe molto una lettera d’intenti da parte di coloro che hanno messo Mussari&Co. al loro posto proprio proprio per fare determinate cose, e che non vogliono essere tirati in ballo pubblicamente. Se fossi Mussari, avrei fisso il pensiero che la mia “voce” è morta perchè ha “fatto una cavolata”. Più chiaro di così…
Ora, che faranno gli inquirenti?
In che direzione andranno le indagini su questa morte? Andranno da qualche parte, o si procederà all’archiviazione per suicidio? In questo caso, cosa dovrebbero desumere da questa storia i vertici indagati di MPS? Saranno spinti a fare chiarezza, o a tenere la bocca chiusa e ad addossarsi interamente tutte le responsabilità, con buona pace della giustizia?
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