Tra poche ora il nuovo Presidente USA: una gara a servire e a manipolare.
di Fausto Carotenuto
Tra poche ore si vota negli Usa per il Presidente. Alla fine di una indecente campagna elettorale nella quale i candidati, sperperando la incredibile cifra di due miliardi di dollari, non hanno costruito nulla, ma hanno soprattutto parlato male uno dell’altro.
Due squadre cercano di ottenere il consenso della gente in una competizione per chi deve farsi servo di poteri oscuri trasnazionali. Non è certo una competizione tra Bene e Male. Chi vincerà stanotte? Non aspettiamoci granchè: è solo una gara a chi è più bravo a manipolare meglio la gente, perchè rimangano al comando gli stessi poteri.
Il presidente e la sua squadra non fanno la politica americana, che viene decisa da circuiti di potere che vanno oltre il quadro degli amministratori politici. Ma servono solo come interfaccia con l’opinione pubblica. Perché tutti siano convinti che esista la democrazia. E che possano fare delle scelte.
Mentre in effetti le scelte sono limitatissime, tra presidenti democratici lievemente più aperti verso i ceti medio-bassi, e presidenti repubblicani un po’ più chiusi verso quei ceti e più protettivi dei ceti medio alti.
Poi, quale che sia il presidente, non cambiano le basi forti del potere americano: le politiche oscure connesse al petrolio, all’industria alimentare, alla farmaceutica, al ruolo delle multinazionali, alle guerre, alla politica imperialista, alle torture, alla CIA, alle basi militari e nucleari sparse per il mondo…
Tra poche ore sapremo chi sarà negli USA lo strumento dei poteri di manipolazione per i prossimi quattro anni.
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