La Mafia si astiene alle elezioni regionali siciliane… Strano no?
di Fausto Carotenuto
Per Antonio Ingroia, procuratore aggiunto a Palermo, è evidente che “la mafia non ha investito in nessun candidato che ha vinto. C’è un’astensione molto alta ed è probabile che la mafia abbia preferito in questo momento stare alla finestra in attesa di vedere se riesce a stringere nuovi patti”.
Chi vive il fenomeno mafioso dalla Sicilia, è portato naturalmente a pensare che la Mafia sia in condizione di parità rispetto allo Stato, ai partiti, ecc. Se non in certi casi di superiorità psicologica o di potere.
Ma non è così vista dai centri di potere reale nazionali ed internazionali.
La Mafia, e le varie criminalità, sono funzionali al controllo di certi territori da parte di poteri più forti. Se controllano bene, ricevono protezioni ed emolumenti. Se non lo fanno, vengono rapidamente sostituite da altri gruppi.
Come abbiamo scritto in varie analisi relative alla Sicilia ed all’Italia, il gruppo massonico-gesuita che sta ora manovrando per la centralizzazione dei poteri, ha stabilito che le vecchie forme di controllo davano troppo potere ai gruppi politici e di affari territoriali locali. E questo rendeva troppo vischiosa e difficile la perdita di sovranità siciliana ed italiana, ostacolando la formazione del superstato europeo.
In questa ottica è previsto che le lobbies politico-mafiose locali debbano perdere potere, in modo sostanziale.
I poveri mafiosi non sono affatto menti raffinate, ed infatti Falcone quando faceva riferimento alle strategia di menti raffinatissime, intendeva poteri superiori alla mafia, che non sono in Sicilia. E quindi sono sempre alla ricerca di agganci, di patti da stringere, di accordi da prendere con gruppi più forti di loro politicamente. Per essere protetti e continuare a fare i loro comodi. E per rimanere in sella rispetto ad altri gruppi mafiosi concorrenti.
Ma tutto senza grandi strategie… quasi giorno per giorno.
Tanti anni fa decisero ad un certo punto di votare socialista per fare dispetto ai democristiani andreottiani che non avevano mantenuto i patti di salvarli dai processi.
Ed ora perché non hanno votato alle elezioni regionali siciliane?
O perché, come dice Ingroia, non hanno fatto patti con nessuno, e allora si astengono.
Oppure perché i patti ce li hanno ad un più alto livello, e l’ordine che hanno ricevuto è quello di non sostenere alcun politico locale in questa fase.
Se c’è qualche mente raffinata – di quelle individuate da Falcone – potrebbe allora aver pensato:
– per la centralizzazione europea, occorre che i patti tra politici locali e mafia non funzionino più;
– il fatto che i mafiosi non votino va bene perchè penalizza il centrodestra che li ha sempre appoggiati, e che ora è un ostacolo alla corrente massonico-gesuita che sta costruendo il superstato;
– se non votano destra e danno l’ordine di non votare, questo aiuta il centrosinistra siciliano il cui programma, anche se anti-mafioso, in effetti è perfettamente funzionale alla centralizzazione e contrario alle lobbies locali.
E magari non solo quella mente questo lo ha pensato. Ma ha fatto in modo che i mafiosi lo facessero…
E i mafiosi , costretti dagli eventi, hanno fatto quello che gli hanno ordinato, anche se a loro proprio non converrebbe…
Quel non voto in fondo è stato un colpo all’influenza della Mafia in Sicilia.
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