FIAT: dov’è la coscienza? In totale confusione
di Fausto Carotenuto
La FIAT di Pomigliano è stata obbligata dalla magistratura a reintegrare al loro posto di lavoro 19 operai che erano stati licenziati senza un valido motivo.
Per tutta risposta ha messo in mobilità altri 19 operai, mandandoli a casa…
Quando il profitto acceca le coscienze, non ci si rende conto del senso profondo delle proprie azioni.
Non si considera quanto male si fa a queste persone e alle loro diciannove famiglie. La paura, l’ansia per il domani… l’insicurezza che si introduce nei cuori di tante persone. Il senso della sopraffazione, dell’ingiustizia… la rabbia, la depressione…
No, si ragiona sulla base di un cuore che non c’è più, sostituito dal portafoglio e da un’etica aziendale che etica non è, ma massacro della coscienza.
Si ragiona con una mente che, privata della profondità del cuore, vede solo l’immediato vantaggio che si trasferisce sui bilanci, sui dividendi, sulle carriere…
Forse bisognerebbe che qualcuno racconti loro che fra qualche anno, quando saremo tutti oltre la soglia della vita, non avremo portato con noi i soldi, i bilanci, le carriere, ma solo quello che siamo diventati usando l’amore…
Il resto lo lasceremo qui…. Polvere.
E che quindi non è poi così furbo e astuto chi non si preoccupa delle condizioni della propria coscienza.
Un augurio sincero: che quel FIAT possa un giorno diventare il verbo iniziale di quell’antico canto cristiano:
“Fiat cor meum immacolatum, ut non confundar”,
Che significa “Sia il mio cuore puro, perché non mi confonda”
Ecco, fino ad ora la Fiat non è andata oltre la prima parola. Ed è in piena confusione.