Napoli, il regno arancione dei “cavalcatori di onde”
Redazione
Si impossessano del tema dell’acqua ed ora anche dell’idea dello SCEC. Ma solo per dirli, non per farli…
No, non stiamo parlando di amanti del surf… ma di una genia ben diversa: gli opportunisti.
A Napoli un signore si è fatto eleggere sindaco sventolando il nuovo, facendosi appoggiare dai movimenti per i beni comuni, ed in particolare da quello sull’acqua. Movimenti che hanno fatto decisamente pendere il peso dei voti in suo favore.
A fare da volano all’operazione alcuni strani ed ubiqui professori, che si sono detti vicini ai movimenti, e che in cambio hanno ricevuto onori e posti nel governo della città.
Questi stessi personaggi hanno poi negli ultimi mesi operato per “prendere in giro” i movimenti. Gli hanno fatto perdere un sacco di tempo dicendo che stessero buoni, che intanto loro lavoravano veramente alla pubblicizzazione dell’acqua. Che prima bisognava sistemare certe cose… Che non si può correre per fare le cose fatte bene… Hanno perfino annunciato, una volta sottoposti a giuste pressioni, di essere andati dal notaio a fondare la nuova società. E hanno proclamato su tutti i media di aver ormai pubblicizzato l’acqua. Tutti ci hanno creduto… tranne i movimenti, che ora si stanno ricredendo sulle promesse da marinaio ricevute dal gruppo che grazie a loro si è impossessato del governo di Napoli.
In realtà l’atto fatto dal notaio non ha creato alcuna società pubblica, ma ha condizionato i passi necessari a ulteriori, pretestuose procedure. L’acqua non è stata pubblicizzata nella realtà, ma solo negli annunci.
E proprio su questi annunci fondati sul nulla è partita l’avventura del sindaco per la presentazione di una lista arancione per le elezioni parlamentari di primavera. Ma lo sa Giggino ‘o Vip che l’arancione è stato adoperato negli anni recenti in strane operazioni, come in Serbia, Giorgia, Ucraina ed in altri posti, per forzature istituzionali e movimenti popolari creati e diretti dalla CIA? Forse non lo sa… forse.
C’è da domandarsi chi si avvantaggia dalle ripetute esitazioni sull’acqua… I santuari intoccabili degli interessi transnazionali dei soliti grandi gruppi? E cosa avverrà nelle more delle dilazioni se il governo centrale, su pressione della “gravissima crisi” economica, tirerà fuori qualche provvedimento che rende nuovamente vendibili tra i beni pubblici anche l’acqua?
L’ultima la dice lunga sul vizietto dei nuovi governanti napoletani di cavalcare le onde del nuovo e dei giusti sentimenti della gente, per impossessarsene e manipolarli per fini fazionali e progagandistici. Hanno annunciato che faranno una moneta alternativa a circolazione locale, il Napo. E lo hanno fatto rubacchiando l’idea e la formula allo SCEC, che da anni ha avviato proprio da Napoli con passione la diffusione di una rete orizzontale e sana di migliaia di commercianti e imprenditori che accettano e scambiano questa valuta locale. L’idea è piaciuta talmente tanto ai furbetti di Palazzo San Giacomo, che hanno deciso di impossessarsene… Non per farla, perché non hanno organizzato nulla di pratico e di serio per metterla in atto… Ma solo per dirla.
Un gruppo di “cavalcatori di onde”… Ma la gente – e i movimenti – cominciano forse a capire che sono solo un gruppo di illusionisti di scarsa qualità.
Dalla padella nella brace?
Noi ci auguriamo ovviamente che queste nostre siano solo illazioni. Che abbiamo capito male… E che la giunta napoletana dimostri che quello che dicono poi fanno!
Tanto per cominciare facciano subito la pubblicizzazione dell’acqua, senza perdere altro tempo, e poi diano una mano al già esistente, verificato e virtuoso progetto nazionale dello SCEC. Dimostrino di saper guidare ed organizzare i temi importanti, e non solo di cavalcare onde e di pronunciare parole prive di sostanza.
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