2 Giugno: abbiamo qualcosa da festeggiare? Certamente….
di Fausto Carotenuto
Oggi a Roma una paratina per una repubblica malridotta, ormai ostaggio degli eurocrati europei, retta da un governo di commissari di Bruxelles. E poi terremoto, crisi economica, ruberie dei politici, strategia della tensione, disoccupazione…
Visto così il quadro è deprimente. Forse non c’è molto da festeggiare.
Ma se cambiamo angolo visuale…
...se ci mettiamo gli “occhiali della coscienza” l’immagine è proprio diversa: e si vede che c’è comunque da essere sereni e fattivi.
Tutto quello che succede non ci viene incontro per caso ma per togliere di mezzo illusioni e falsi miti del passato. Il mito dei partiti credibili, il mito dell’Europa buona, il mito di un mercato libero che si autoregola naturalmente, il mito di una finanza affidabile alla quale dare i propri risparmi… Il mito di una Terra che è solo suolo da sfruttare in tutti i modi. Il mito di certi tromboni politici che ricoprendo alte cariche fanno bei discorsi, ma che in effetti sostengono poteri oscuri…
Che questi falsi miti siano stati incrinati dentro di noi dall’evidenza della crisi e delle sue ripercussioni, è un fatto sacrosanto e positivo. Bisogna che crollino le sovrastrutture negative per poter ricostruire quelle positive. Questo crollo di falsi miti è necessario e positivo per l’evoluzione delle coscienze,
A allora sì, festeggiamola noi la repubblica oggi. Non con le paratine ridicole e i discorsi inutili, ma con l’impegno solenne a trarre insegnamento da tutte queste crisi, da queste ferite portate finalmente alla superficie. Per essere sanate.
Per avviare orizzontalmente attività, gruppi, strutture e reti dotate di una etica vera, frutto di amore reciproco. Per la ricostruzione di una repubblica, di una Europa e di una società umana su linee veramente nuove e positive, perché basate su un atteggiamento interiore diverso. Non predatorio ed egoistico, ma solidale e attento alle esigenze degli altri.
Si può fare solo partendo da noi… prima frantumando vecchi miti nella nostra interiorità, e poi ricostruendo dentro di noi l’immagine di un mondo diverso da perseguire in tutti i modi. Ognuno con i suoi preziosi talenti.
Con l’augurio che ne emerga una forte e luminosa Res Publica delle coscienze. E non più un ovile sempre aperto alle razzie dei lupi.
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