Nel 1969, lungo la costa della capitale di Lima (Perù), si contavano solamente circa 100 esemplari tra foche e leoni marini. Erano stati cacciati quasi fino all’estinzione, soprattutto a causa del valore delle loro pelli.
Oggi, intorno all’isola di Palomino, oltre alle isole di San Lorenzo e Carazca, ci sono oltre 8000 di questi carismatici animali marini.
Gran parte del successo del ripristino delle loro popolazioni è dovuto ai pescatori locali nelle zone costiere del Perù. Negli anni, il loro lavoro si è intensificato al fine di sostenere queste specie in via di estinzione ben oltre le capacità e volontà più dei governi locali.
È stata l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) a suonare il campanello d’allarme. La principale organizzazione mondiale per la conservazione mantiene una banca dati, una “Red List” che riporta il monitoraggio sulle varie specie animali e il loro grado di rischio di estinzione.
In un recente studio, la IUCN ha spiegato in dettaglio come le attività di pesca locali lungo le coste del Perù siano diventate efficienti nell’assegnare delle aree di “guardia” a ciascun peschereccio:
“L’Unione dei pescatori definisce un’area da cui ogni collettivo di pesca locale dipende economicamente e assegna la responsabilità sulle risorse marine”, spiega l’IUCN. “In questo modo, i pescatori stessi hanno rallentato la migrazione economica dagli altopiani peruviani verso attività marittime lucrative incontrollate e illegali, garantendo così che l’area protetta fiorisca”.
I pescatori della zona hanno infatti cambiato il loro modo di vedere le cose, riconoscendo nel tempo l’enorme valore del loro ecosistema, della pesca artigianale e del turismo.
La IUCN gestisce anche una “lista verde” per riconoscere le migliori pratiche per la conservazione (in basea all’area interessata) e il programma sta già lavorando con le riserve marine lungo la costa del Pacifico. Insieme a Cile, Ecuador e Colombia, il Perù promuoverà gli investimenti e migliorerà la governance dei suoi tesori marini con lo scopo di aumentare lo standard di queste pratiche lungo la costa.
“C’è un forte impegno da parte dei settori della pesca e del turismo, quindi gli ingredienti sono lì per il successo nella conservazione marina peruviana”, riferisce l’IUCN.
Fonte: Good News Network