La meritocrazia è il governo - e per estensione, il primato civico - dei meritevoli. Chi sono i meritevoli? E che cos'è il merito? Definirne le qualità è un esercizio certo possibile, ma epistemologicamente improduttivo. Perché il merito esprime un giudizio, non un criterio di giudizio.
Lo ripetiamo:il merito esprime un giudizio,non un criterio di giudizio. I meritevoli sono cioè coloro che si è già deciso essere tali, secondo canoni di valutazione che precedono l'invocazione meritocratica e non ne sono pertanto causati. Sicché premiare il merito non è altro che premiare ciò che è bene, o meglio, o encomiabile, secondo il preesistente e inespresso criterio di ognuno. La meritocrazia piace a tutti perché offre a tutti la promessa di un mondo perfettamente regolato secondo le proprie, personalissime, scale di valore. E continua a piacere proprio perché non mantiene la sua promessa - né può farlo, a pena di accontentare pochi per scontentare molti. È, la meritocrazia, come la locandiera del Goldoni:seduce tutti perché non si concede a nessuno.