L’ultima, pessima, uscita di Napolitano. Emblema di come è ridotta la nostra patria.

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L’ultima, pessima, uscita di Napolitano. Emblema di come è ridotta la nostra patria.

di Enrico Carotenuto

La prima repubblica è stata fatta cadere. Al suo interno le corruttele più obbrobriose, ma anche splendide luci democratiche. E soprattutto gente che aveva vissuto la guerra. Quelli che avevano visto di persona il risultato di certi atteggiamenti degli individui, e delle istituzioni. Era difficile infinocchiare molti di questi. E soprattutto non avrebbero mai e poi mai acconsentito alla svendita della repubblica che abbiamo visto avvenire pezzo pezzo negli ultimi venti/trenta anni. Perchè l’avevano conquistata a caro prezzo. 

Le svendite sono cominciate alla fine della strategia della tensione, con l’uccisione di Moro. Poi nel 1979 con l’arresto pretestuoso dell’allora governatore della Banca d’Italia, Paolo Baffi, che fu costretto a dimettersi sebbene innocente dei reati contestati. Moro era contrario allo SME, e Baffi pure. Al posto di Baffi, Cossiga ci mise il “caro” Ciampi, che non aveva nulla in contrario allo SME, e che di lì a breve cambiò il ruolo della Banca d’Italia, da banca dello e per lo stato, a grimaldello per forzare il disfacimento della nazione: divorziò dal tesoro, e cominciò a non acquistare più i titoli di stato, facendo si che il debito pubblico schizzasse alle stelle, per via del differenziale di interessi, e che si trasformasse da debito prevalentemente interno a debito prevalentemente estero (quello che fa male). Per arrivare infine alla privatizzazione di Bankitalia nel 1992. 

E’ interessante notare come sia Cossiga che Ciampi, così legati dalla svendita della repubblica, siano stati poi premiati con la sua presidenza. In effetti, tutti i presidenti dopo Pertini lo sono diventati per motivi connessi alla svendita. Ma questo è materiale per un altro articolo.

Questo lungo preambolo è stato necessario per fornire il quadro di cambiamento avvenuto nelle istituzioni più importanti. La prima repubblica aveva dei lati pessimi, ma quel pessimo legato per lo più all’ingordigia di chi si è voluto arricchire. La seconda è stata solo una summa degli aspetti peggiori della prima, nella quale i politici hanno abbandonato completamente i concetti di patria, e di bene pubblico, per cercare solo di far strada all’interno di cordate globaliste vaticano-massoniche.

In fondo, lo stato morale della nostra nazione si può capire anche semplicemente dalle affermazioni di diversi presidenti in merito al requisito di onestà dei politici, almeno quella apparente.

Ecco cosa diceva Sandro Pertini, ex partigiano comunista: “La politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c’è qualcuno che dà scandalo, se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi deve essere denunciato”.

Ecco qui invece le parole di Napolitano, il “comunista” di dubbia origine, che durante il rapimento Moro gironzolava per gli USA con Kissinger:”E’ comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo, a breve distanza dal primo, nelle elezioni del 24 febbraio, di veder garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese di aprile. Non è da prendersi nemmeno in considerazione l’aberrante ipotesi di manovre tendenti a mettere fuori giuoco – ‘per via giudiziaria’ come con inammissibile sospetto si tende ad affermare – uno dei protagonisti del confronto democratico e parlamentare nazionale!”

Nel primo caso, Pertini era sempre alle prese con schifezze varie, ma sapeva che il suo ruolo era d’esempio, per i cittadini e per gli altri politici. Dicendo certe cose e comportandosi in un certo modo poneva uno standard, un metro di giudizio, che è il minimo in un paese civile: “se ti beccano vai in galera, o per lo meno ti dimetti e zitto”.

Nel secondo caso, quello di Napolitano, il messaggio è: “se hai tanti voti, non importa ciò che fai, anche se vieni condannato da un tribunale di cui io, in quanto presidente della repubblica, dovrei essere garante”.

Ora Napolitano, ci faccia il piacere di spiegarci perchè Craxi è dovuto scappare ad Hammamet. Anche lui era “uno dei protagonisti del confronto democratico”…

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